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La Gazzetta dello Sport: «E bravo Jag, sembravi quasi Varenne» (14.2.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 14/2/2006
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«E bravo Jag, sembravi quasi Varenne»
Minnucci riconosce la forza del cannibale francese: «Ma il mio Capitano lo avrebbe steso»

Domenica a Parigi, Jag de Bellouet ha chiuso il triplo Cornulier-Amérique-France. Signor Minnucci, ricorda quando gli ha dato del «brocco»?
«Novembre 2003, Prix de Cevennes a Parigi. Guidavo Alesi Om, in testa facile facile. Cinquanta finali, mi veniva da ridere. Poi quel missile a centro pista. Folgorati sul palo. ‘E questo da dove arriva?” pensai. Il nome diceva poco, dissero che andava come un treno al trotto montato e che aveva rotto subito nell’Amérique 2002, il secondo di Varenne. Ma io non ricordavo. Nel gennaio 2004 vinsi il Prix de Luxembourg con Alesi, sei giorni prima Jag aveva portato a casa il primo Cornulier».
Il primo di tre consecutivi. Più due Amérique, il France e il Paris. Jag ora è un mito come Bellino Il (poker Cornulier, Amérique, France e Paris nello stesso anno) e Ourasi, l’unico vincitore di 4 Amérique.
Con gli altri francesi i paragoni ci stanno. E’ una valutazione omogenea. Loro corrono solo a Vincennes e dintorni, ci danno dentro per un paio di mesi, al massimo si spingono fino a Nizza per il Vitesse (metà marzo n.d.r.) e aspettano il Balliere di Parigi a giugno. Quindi a nanna fino a novembre».
E con il suo cavallo come la mettiamo?
«“E bravo Jag, sembravi proprio Varenne”» mi sono detto domenica dopo il France. Tanto di cappello, questo è un campione straordinario e il suo modo di interpetare la corsa è simile a quello del Capitano. Se viene all’esterno e ti attacca fa male, tanto male. Ed è capace di velocità uniche. Soprattutto quest’anno, però, non ha trovato opposizione feroce. Noi abbiamo battuto General du Pommeau, Fan Idole, Insert Gede. Jag aveva di fronte Gigant Neo, che non è un fenomeno, e Kazire de Guez che non trotta».
Paragone improponibile?
«L’unico possibile sarebbe in corsa, tra Varenne che ha smesso nel settembre 2002 e Jag che va avanti. Se proprio dobbiamo, partirei dalla considerazione precedente. Jag ha spopolato solo in Francia e in un periodo ben delimitato. Tra il 2000 e il 2002, Varenne è riuscito a vincere in sette Paesi: Italia, Francia, Svezia, Germania, Finlandia, Stati Uniti e Canada. Lo ha fatto restando al top della condizione per 12 mesi l’anno e non ha quasi mai perso, a prescindere dal tipo di corsa e dagli avversari. E ci hanno provato a reggerlo: General a Goteborg, Victory Tiffy e Scarlet Knight a Stoccolma, Legendary Lover K a Malmoe. Ve li ricordate? A Parte Victory, gli altri non sono stati più gli stessi dopo aver assaggiato Varenne. A quei cavalli ha strappato il cuore, la sua voglia di vittoria non potrà avere mai paragoni».
Proviamo comunque a dare i voti?
«Jag è un cavallo portentoso, credo non esistano differenze per quanto riguarda telaio, motore e manovrabilità. Ma Varenne è anche intelligente, troppo intelligente. Il cervello, l’istinto innato per la vittoria a qualsiasi costo: fanno la differenza tra il mio e tutti gli altri».
Immaginiamo un Amérique con entrambi in gara?
«Il 26 gennaio ero a Parigi. In pista durante la premiazione. Mi ha avvicinato il proprietario di Jag per salutarmi, sosteneva che sarebbe stato bello vederlo contro Varenne. “Lascia perdere è meglio così, adesso non so dove saresti” gli ho risposto, ma non ha capito e continuava a ridere. Volete sapere come andrebbe a finire? Gli diamo anche un vantaggio:Jag in testa e Varenne all’assalto. Aggancio a metà salita e subito la prima bordata. Jag risponde ma non può riprendere fiato, sulla curva arriva il colpo di grazia. Il francese è steso, Giampaolo Minnucci abbassa il paraocchi mobile e Varenne prende il volo». Sembra quasi di vederlo.
Michele Ferrante

Varenne rimane l’ideale leader Jag adesso lo insegue da vicino
di SANDRO CEPPARULO
E, un esercizio arduo ma intrigante il mettere di fronte due campioni affrontatisi in pista una sola volta e ben 4 anni fa. Lo si dovrebbe fare asetticamente, lontani dal volume di ricordi e di emozioni che uno dei due in maggior misura ti ha consegnato, e considerare solo il profilo tecnico e i numeri. Nel caso del proponibile confronto fra Varenne e Jag de Bellouet i 51 gran premi conseguiti in 7 Paesi dall’indigeno, contro i 24 dal normanno, delimitano un confine largo a favore del nostro. Gli danno un vantaggio che, al di là della bandiera, è reale e palpabile. Tanto più che Varenne è andato a Parigi a vincere due volte, come Jag de Bellouet, l’Amérique, la corsa che meglio definisce l’autenticità di un campione, attraverso la qualità, il coraggio, l’atleticità, la riduzione dei fattori tattici. Un vantaggio che pero si accorcia se alla valutazione aggiungiamo un fattore: la completezza. Jag ha vinto di meno ma, essendosi espresso anche al montato con 3 vittorie nel Cornulier, ha dimostrato di essere il trottatore globale. Varenne resta l’ideale leader, Jag ora lo insegue da vicino.

 
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