Panzironi marcia indietro C’era una volta l’ippica che funzionava, organizzata secondo logica, con persone competenti a dirigere il settore tecnico, con le varie componenti al posto giusto. Insomma un’ippica dove il calendario lo si decideva in base alla crescita dei cavalli, dove i giovanissimi puledri non venivano strizzati prima di maturare solo per far vendere agli allevatori, dove gli anziani potevano competere con gli stranieri, dove i portaborse dei ministri non avevano nessun potere. Questa ippica era formata da un Ente tecnico per il trotto (ENCAT), con un consiglio direttivo eletto dalla base e formato dai rappresentanti dei proprietari, degli allevatori, delle Società di corse, dai funzionari di giuria: persone che mangiavano pane e cavalli, con i quali era possibile dialogare in ogni momento senza farsi annunciare, senza dover ottenere un “passi”. Lo stesso valeva per il galoppo (Jockey Club), sia pure con un po’ di puzza in più sotto al naso. Poi qualcuno si inventò di “accorpare” tutto, in seno all’UNIRE la cui funzione era amministrativa e di controllo, e che, con funzionari e personale che nella maggioranza alla parola “cavallo” strabuzzavano gli occhi non sapendo di che si stesse parlando, ha inguaiato l’ippica riducendola allo stato attuale. Naturalmente di questo caos tecnico, amministrativo, politico, e chi più ne ha più ne metta, hanno profittato dei furboni di tre cotte, come Ughi che ha tessuto la ragnatela delle Agenzie cosiddette ippiche, ma in realtà macchine per far soldi su tutto, spesso a scapito dell’ippica; come Cazzaniga che non vedeva l’ora, sotto la regia Fabbri detto “l’Attila” dell’ippica, di impossessarsi delle tasche dei proprietari per impinguare quelle della sua associazione; come la parte politica al potere che ha potuto sistemare e premiare i suoi galoppini, fregandosene della loro incompetenza tecnica. Ora, sotto le elezioni, nel timore di perdere voti (e sono tanti quelli dell’ippica, le regionali hanno insegnato), si fa marcia indietro, promettendo mari e monti, facendo balenare l’ipotesi di tornare al più logico passato, tornando a dividere la parte tecnica da quella amministrativa e di controllo. Addirittura il partito di Panzironi, smentendo clamorosamente il suo uomo al vertice dell’ippica, riconosce l’esistenza di una grave crisi dell’ippica. Ma come, non aveva assicurato il segretario generale dell’Ente che aveva messo tutto a posto, e che ora l’ippica avrebbe raccolto i frutti della sua intelligente opera di risanamento? Non aveva affermato che egli, poverino, aveva ereditato una situazione disastrosa? Ed ora proprio la sua parte politica vuole tornare al passato, vanificando tutto quello che di buono Panzironi (dice lui) ha fatto, con sforzi così grandi che è stato obbligato nel tempo ad autoriconoscersi dei “premi di produzione” per poter compensare la perdita di materia grigia costatagli! L’ingratitudine umana non ha proprio limiti! Sic transit gloria mundi… |