Stalloni d’italia Tanto pubblico e molto interesse per la parata Fia di Roma
C’è un mondo sommerso, fatto di sogni e di passione, che il nostro galoppo deve avere il coraggio di riscoprire. Per rendersi conto della realtà, bastava passare domenica mattina dalle Capannelle, dove circa 300 persone si sono presentate per la parata degli stalloni italiani organizzata dal Fia. Piccoli allevatori e semplici appassonati si sono mangiati con gli occhi i razzatori vecchi e nuovi che sono sfilati in una rassegna rapida e senza tempi morti. C’era curiosità per vedere vecchi eroi come St Paul House, Altieri, davvero un Altierone, che ancora è nel cuore di Vittorio Caruso, e Salselon, tanto tranquillo da sembrare quasi annoiato. «Dai primi test fatti sembra divertirsi molto nel nuovo mestiere, è bravissmo e facile da gestlre diceva Paolo Crespi che dirige a Besnate la carriera dell’ex portacolori dei Bedinì. Tra gli stallon già in attività ha strappato il voto più alto King Charlemagne, davvero uno splendore firmato “Nureyev”, ma vecchie glorie come College Chapel e giovani rampanti come Denon ed Ekraar sono apparsi in grande condizione. Un segno che gli stallonieri italiani stanno lavorando bene, non lesinando gli investimenti su un mercato molto ampio e non per questo più facile. La domanda finale, posta da più di un osservatore, è stata: “Ci saranno le fattrici per tutti questi stalloni?”. La risposta è: perchè no, finché c’è passione c’è speranza. RROM
|