Bellei, Parigi e un sogno Con Echò terzo Amérique: «Atmosfera unica»
Ritenta dopo i ko con Wesgate e Camino: «Piazzarci sarebbe come vincere»
— «Per vincere l’Amérique serve soprattutto il cavallo, il guidatore conta fino a un certo punto». Questa è, da sempre, una delle massime di Enrico Bellei, che domenica con Echò dei Veltri disputerà per la terza volta la classicissima parigina dopo i nulla di fatto del 1996 (Wesgate Crown) e del 1997 (Camino). Precedenti poco incoraggianti per il driver toscano, che però in entrambi i casi dimostrò il suo immenso talento andando tutte e due le volte al comando. «Con Wesgate — ricorda — lasciai subito passare Bonheur de Tillard, ma già sulla salita non avevo più niente in mano. Con Camino, invece, “mandai via” Abo Volo (che poi vinse, ndr.), ma il cavallo cedette all’ingresso in retta. Ricordo che dopo la corsa ebbi anche un piccolo diverbio con Jean-Etienne Dubois, che guidava il campione in carica Coktailjet, compagno di scuderia di Camino, perchè non gli lasciai la posizione in schiena ad Abo Volo. Io gli risposi che non andavo a correre l’Amérique per fare la figura dello stupido. Poi tutto finì lì ». Sensazioni comunque uniche. «A me — continua Bellei — non piace troppo finire tra gli ultimi, però questa è la corsa più prestigiosa del mondo che si disputa sulla pista più affascinante del mondo, sulla quale, purtroppo, ho corso poche volte senza mai vincere. Quando c’è l’Amérique l’atmosfera è unica, soprattutto per noi italiani che siamo abituati a ippodromi deserti: le tribune sono stracolme e l’urlo della folla è impressionante». Il momento più delicato è la partenza. «Sembra un po’ il palio di Siena, perché la posizione migliore te la devi cercare tu a discapito degli altri:bisogna darsi molto da fare. Una volta pensavo che andare davanti a Vincennes fosse fondamentale, invece capita di rimanere chiusi anche dopo partenze folgoranti. Insomma, come sempre ci vuole anche fortuna». Echò dei Veltri non è sicuramente tra i favoriti, soprattutto dopo il deludente Criterium Continental del giorno di Natale, però le speranze per un piazzamento non mancano. «Ha corso male, è vero, ma il cavallo non stava bene. Peccato, perché la corsa ci era venuta benissimo e il miglior Echò probabilmente avrebbe vinto. Invece, ai 500 finali si è arreso. Domenica Jag de Bellouet, Kazire de Guez e Mara Bourbon mi sembrano di un altro pianeta, ma con gli altri credo che ce la possiamo giocare. L’importante sarà partire bene, poi cercheremo di rimanere coperti il più possibile». Enrico Bellei si fermerà a Parigi ben quattro giorni. «Guiderò domani, domenica e anche martedì — conclude il driver toscano —, mentre lunedì andrò con la famiglia a Disneyland: spero che non rimanga l’unico ricordo piacevole...» Matteo Pierelli
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