SCOMMESSE IN VECE DI RILANCIARE QUESTO TIPO DI CORSE SI RISCHIA DI AFFOSSARLE Tris come i panda: ad alto rischio
Attenzione, così invece di rilanciarla, uccidiamo la Tris, mentre Quartè e Quintè partiranno con una sola gamba. Il grido di allarme proviene da più partì, addetti ai lavori, ricevitori, ma soprattutto pubblico degli scommettitori e si sintetizza in un dato disarmante nella sua semplicità: il movimento di gioco, I primi due giorni della settimana hanno lasciato registrare un preoccupante passo indietro rispetto a quelle che erano le attese e se il Quartè di questa sera non invertirà la tendenza il campanello di allarme si trasformerà in una sirena da «si salvi chi può». Sono due i motti di questo «riflusso». Da una parte il basso livello delle corse proposte, dall’altra un regolamento Tris concepito senza pensare all’essenza tecnica delle corse stesse che ha prodotto un vero e proprio “aborto” come la Tris di ieri sera.
QUALITA' A TERRA Un tempo si diceva che la Tris avrebbe dovuto essere la scommessa vetrina dell’ippica italiana, oggi, visto che è a essa (con Quartè e Quintè) che è affidato il rilancio economico del comparto, il discorso diventa ancora più attuale. Passi per la corsa del «Caffè» il cui intento era far conoscere il meccanismo di gioco anche a chi si trova in un bar nell’ora di pausa e può magari giocare approfittando della diretta tv. In effetti la Tris delle 13.55 sta assolvendo egregiamente il suo compito e, sebbene anch’essa ieri abbia registrato un sensibile calo del movimento, «tiene». Il discorso qualità però investe la Tris principale, quella delle 19 che due volte alla settimana diventa Quartè e che dalla fine di gennaio dovrebbe diventare Quintè al venerdì. Questa corsa deve presentare una qualità migliore. Non si può pensare di riproporre corse «a reclamare» con montepremi bassissimi e cavalli e guidatori sconosciuti. Così non si crea nè interesse né movimento. In questo senso la Francia insegna e anche bene, basta guardare il livello delle corse che vengono proposte come Quartè e Quintè nazionali. L’altra stortura è il nuovo regolamento nato per abolire le indennità di trasferta Tris, ma che ha poi prodotto dei nonsensi tecnici come il sorteggio integrale dei numeri di partenza dei cavalli. Oggi può capitare nell’ambito di una corsa, specie al trotto (specialità a maggioranza nelle Tris) che un cavallo più forte degli altri si trovi a poter correre partendo da una posizione vantaggiosa. Era già accaduto a Roma giovedì scorso con un cavallo favoritissimo che poi (perché le corse bisogna correrle) è arrivato solo secondo. E successo di nuovo ieri e questa volta non c’è stato scampo: Tris troppo facile: a vedere le quote su 16 cavalli contavano in 5, massimo in 6; poche combinazioni da giocare; corsa come da pronostico e quota di 36 euro. Per questo tipo di scommessa si tratta di cianuro allo stato puro.
CAMBIARE C’è ancora tempo, non troppo, per rimediare e per cambiare. Si torni a una programmazione delle Tris a invito, si cerchi almeno per quartè e quintè di privilegiare la qualità con cavalli di categoria dalla B alla E, massimo qualche F, E sul piano del gioco perché non creare un montepremi unico invece che tre montepremi separati. Questo consentirebbe al popolo delle ricevitorie di usare maggiormente i sistemi, di puntare alla Tris come scommessa di rientro, un po’ come avviene con il tre e il quattro del super enalotto, anche perché per giocare bene il quartè e poi soprattutto il quintè, bisognerebbe fare sistemi anche molto costosi, e con questi chiari di luna...
Luigi Migliacclo
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