Pratoni resta ai cavalli No alla speculazione: la Fise lo compra dal Coni per 10 milioni — Chi teme per le sorti del centro equestre federale dei Pratoni del Vivavo, il comprensorio di 135 ettari che fu il palcoscenico del concorso completo delle Olimpiadi 1960, dell’europeo 1995, del mondiale 1998, sarà quello dell’europeo 2007 ed è inserito fra le strutture per la candidatura olimpica di Roma 2016? Di sicuro il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana (segretario della commissione sport di Palazzo Madama) visto l’appello lanciato ieri affinché il Coni non alieni a privati la struttura. «Invece — ha detto Cortiana — il Coni, soggetto pubblico, vuole privatizzare questa struttura attraverso la Federazione italiana sport equestri, soggetto privato, magari per farne, un domani, un lucroso affare come, ad esempio un campo da golf. Il fatto è che i Pratoni del Vivaro già da un anno, a livello di accordi, e da qualche giorno sul piano dei reali documenti è diventato di proprietà della Fise che fino a un recentissimo passato aveva utilizzato il centro in comodato gratuito per 45 anni. Spiega tutto Cesare Croce, 58 anni e da 10 presidente della Federazione sport equestri. «C’è una delibera Coni e una della Fise. Tutto regolare. Il costo a carico nostro è di 10 milioni di euro da coprire in 20 anni a 500 mila euro a stagione con un finanziamento del Credito Sportivo che per erogarlo richiede una continuità d’uso, ovvero la garanzia che resti all’equitazione>. Ma c’è anche qualcosa di più a confermare che sui Pratoni del Vivaro non verrà fatta alcuna speculazione. «Sì. Un accordo con il comune di Rocca Priora (provincia di Roma ndr), il Parco dei Castelli Romani e la Regione Lazio perché l’impianto sia inserito nel piano ambientalistico e sia sede di corsi di formazione professionale per il cavallo. E, se volete un ulteriore dato che ribadisca che nulla verrà mutato nell’uso dell’impianto c’è il fatto che la struttura è nella lista degli impianti fruibili per la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2016. Non credo ci sia da avere dubbi». Sui Pratoni del Vivaro un paio d’anni fa aveva puntato anche l’Unire. «Ci fu un interessamento — dice Cesare Croce — dell’ente ippico per farne un grande centro di allenamento. Ma l’Unire, che io sappia, non versa nelle migliori condizioni economiche e così non se ne fece nulla». Infine, riguardo alla temuta riconversione in un campo da golf, Cesare Croce è pragmatico. «Ma dove, ma quando? Non esiste proprio. I Pratoni del Vivaro hanno sempre accolto la nostra equitazione e così continueranno a fare. Non c’è alcun dubbio». Sandro Cepparulo
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