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La Gazzetta dello Sport: Ostacoli in sciopero (8.1.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 9/1/2006
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Ostacoli in sciopero
A Roma i fantini rifiutano di correre. «Lotta per sopravvivere»

— Due corse annullate nel pomeriggio romano per il rifiuto — assunto all’unanimità — di scendere in pista: questo il bilancio della prima giornata di sciopero a muso duro dei fantini d’ostacoli, quella razza rara, unica e dolente di equilibristi del purosangue, gente che come nessun altro nel galoppo conosce le altezze e al tempo stesso la terra e il sangue sulla terra.
C’è da chiedersi come si sia arrivati a un’astensione dalle corse proprio da parte loro, degli uomini più silenziosi prima e dopo ogni corsa.
Il tema è duplice: da una parte ha contorni generali riguardante il settore ostacoli e il suo continuo restringersi, perdere respiro, corse, proprietari, dall’altra particolare, ma altrettanto basilare, e cioè un’assicurazione sugli infortuni che fino all’anno passato veniva coperta dall’unire — che si rivaleva poi sui proprietari—e ora disdetta il 15 dicembre.
A spiegare il momento di rivolta è Walter Scarinci, dal 1996 segTetario dell’Unione Italiana Fantini che con l’altra associazione, l’Anf, si divide la cura dei circa 60 jockey d’o sta- coli in attività sulle nostre piste. «E’ la data in cui ci è stato comunicato che la copertura non sarebbe stata rinnovata che ci ha creato difficoltà. A metà dicembre non esisteva un’assicurazione che si potesse assumere questo ruolo senza soffocarci con costi fuori mercato. Così nessuno deijockey è coperto da un’assicurazione globale».
Sospira. «Noi abbiamo comunicato all’Unire il 5 gennaio la decisione di astensione dalle corse con la richiesta di essere convocati. Vedremo. Di fatto stiamo lavorando con l’Unione dei proprietari per risolvere il problema all’interno del nuovo contratto di lavoro dei fantini, ma i tempi non saranno brevissimi e intanto come fanno i fantini d’ostacoli a correre?».
Ma poi il problema ridiventa globale. «Già il montepremi — dice Scarinci— è in costante calo, ma se ad esso si aggiunge che il programma degli ostacoli è ora presente in soli 5 ippodromi (Merano, Milano, Roma, Pisa e Grosseto ndr) ne esce un quadro davvero declinante, forse da vero tramonto. In più a Pisa in tutta la riunione si svolgeranno solo 9 corse in ostacoli».
«Non sono poche — aggiunge — sono nulla e mi chiedo come questa specialità a forza di cure dimagranti possa resistere. Di fondo è una questione di sopravvivenza».
Sopravvivenza, un soffio di vita sempre più atteso e in seguito nel nostro affannato mondo dei cavalli.
Ieri—applicando fatalmente il regolamento — i commissari di Capannelle (Camuffo, Del Nista e Accorsi) hanno «deferito alla disciplinare» i 12 jockey d’ostacoli che si sono rifiutati di montare e il futuro è quantomai da scrivere: martedì a Roma c’è una sola corsa ma sabato ne sono in programma ben 5 e il tempo corre.
Sandro Cepparulo

 
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