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La Gazzetta dello Sport: Scommesse a picco (7.1.06)  
Autore: unagt
Pubblicato: 7/1/2006
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Scommesse a picco

Nel 2005 persi più di 154 milioni di euro: è crisi nera

 

Il calo percentuale è del 5,42%, le risorse (prelievi) scendono di 23 milioni. Dubbi sul montepremi 2006

 

I numeri dicono sempre la verità. Non come le parole, spesso diventate promesse mai mantenute negli sfarzosi uffici romani dell’Unire. L'ultimo proclama? Sul montepremi 2006. Il segretario generale dell'Unire, Franco Panzironi, lo ha garantito uguale 'a quello del 2005, a sua volta già inferiore, rispetto al 2004, di una percentuale (certificata da numeri) superiore al.16%.

BILANCIO - Per equilibrare il bilancio di previsione 2005, i maghi romani ipotizzarono una cre­scita delle scommesse del 4%. Purtroppo, al 31 dicembre, il mo­vimento globale registra un calo complessivo del 5,42% (da oltre 2,855 miliardi di giuro del 2004 a oltre 2,701 miliardi del 2005) che si traduce in 154,62 milioni di eu­ro in meno. Cala il movimento e, in proporzione, diminuiscono le risorse per il settore, ovvero i prelievi destinati soprattutto ai montepremi. Si tratta di ben 23,46 milioni in meno, che salgono a 34 se si considera il già citato e utopistico +4%, contabi­lizzato nel bilancio di previsione.

ORDINARIE – Numeri inquietanti, spalmati senza pietà su tutti i prodotti. Le scommesse ordinarie (tutte quelle che non sono la tris) sono diminuite del 4,83% e anche in que­sto caso le cifre nude e crude ren­dono meglio l'idea. Sono 109,5 i milioni di euro «risparmiati» dai giocatori rispetto al 2004, annata che aveva già registrato un segno negativo del 2,07% (- 47 milioni). Perché tutto ciò? Senza dubbio anche per la sempre più agguerri­ta concorrenza delle scommesse sportive e degli altri giochi (superenalotto ecc.), ma è altrettanto innegabile che sia mancata la qualificazione del prodotto, se è vero che, per esempio, circa 150 convegni ordinari hanno lasciato il posto a circa 140 matinee, in evidente contraddizione con i vari slogan romani come «meno corse ma più belle» o «meno cavalli, via i brocchi».

LA TRIS - Imbarazzante la si­tuazione della tris, se si conside­ra una premessa: nel 2005 sono state disputate una quarantina di corse in più rispetto alla stagio­ne precedente, che si concluse con perdite per «solo» 6 milioni (-1,08%). Il movimento globale scende ugualmente di oltre 45 milioni pari al -7,58%. Sarebbe quasi inutile sottolineare le nefaste conseguenze dell'inflazionamento del prodotto sul mercato se, incredibilmente, non si fosse deciso di tentare la riscossa con la seconda tris giornaliera.

SOLDI VECCHI – La scelta delle scommesse, il loro calibramento e l'ammontare dei prelievi, non possono essere casuali funzionali ad interessi che non siano anche quelli dei giocatori; categoria invece martoriata e in costante assottigliamento; almeno per quanto riguarda l'ippica. Il 7 novembre sono state inaugurate nelle ricevitorie e nelle agenzie ippiche (oltre 20.000 sportelli, ci dissero) il Vincente e l'Accoppiata scippati agli ippodromi, che persero anche. i piazzati per nove concorsi. Ben 54 turni fino al 3 dicembre, con esito pressoché fallimentare ove si considerino 12,88 milioni raccolti, una media per concorso di 237.417 euro (di almeno 50% inferiore alle attese)  e un progressivo consolidamento dei dati con oscillazioni risibili salvo rare eccezioni. Se l'Accoppiata (8,69 milioni) ha mantenuto un andamento costante  (media  161.036 euro), il trend del Vincente (4,124 milioni, 76.381 la media) conferma che i nuovi prodotti non attirano nuovi scommettitori. Nei primi 10 concorsi  (9 dei quali senza i piazzati negli ippo­dromi) il volume medio del Vincente è stato di 92.513 euro, ma appena i piazzati sono riapparsi negli ippodromi, i montanti gior­nalieri del Vincente sono calati con una media - dall'11° al 54° con­corso - dì soli 72.714 euro. La differenza è ovviamente tornata alle sede originaria.

CRISI NERA - Di fronte a simili cifre un montepremi 2006 con assestamento al ribasso sembrerebbe scontato. Anche perché, nel caso in cui gli estensori del bilancio ­di previsione 2006 vo­lessero usare lo stesso stratagemma del 2005, la previsione di au­mento di scommesse del 4% do­vrebbe almeno raddoppiare. Un'ipotesi da fantascienza, pur­troppo.  

Michele Ferrante

 

 
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