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La Gazzetta dello Sport: Fuhrmann, doppio volo (29.12.05)  
Autore: unagt
Pubblicato: 29/12/2005
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Fuhrmann, doppio volo
Scudetto deifan tini d’ostacoli in Italia e Germania

Il jockey tedesco (al suo 4° titolo sulle nostre piste) stabilisce così un vero record

— Che il 34 enne tedesco Dirk Fuhrmann vinca la classifica dei jockey italiani da ostacoli (28 i suoi successi aggiornabili a S. Silvestro con 3 impegni sulla pista di Capannelle) potrebbe non fare più notizia, visto che è al suo 4° scudetto consecutivo (serie iniziata nel 2002 e che ha avuto il suo picco numerico lo scorso anno con 66 successi), ma il fatto è che il fantino di Hannover, oltre a quello italiano, si è imposto contemporaneamente (per la seconda volta dopo il centro del 1999) in quello tedesco con 15 vittorie, precedendo l'inglese Paul Johnson che è finito a ben 8 vittorie di distacco. Sicuramente un record.
Mai nessun fantino europeo (con l’eccezione forse in un passato lontano del galoppo contiguo e pieno di intrecci di Inghilterra e Irlanda) è riuscito infatti a chiudere da leader di categoria la stagione in due Paesi, soprattutto in una specialità che ha periodi di impegno molto simili come quella degli ostacoli.
Dirk Fuhrmann ne è giustamente orgoglioso, anche se è conscio che la stagione non è stata la più brillante sul piano delle corse che contano davvero. Ovvero i gran premi. E questo anche se la vittoria nel Grande Steeple di Pardubice (la corsa da 31 ostacoli e 6.690 metri nello storico ippodromo ceco) in sella a Maskulha ammansito questa sorta di «sete> che in al- tre annate (il 1999 in sella a Kifti e il 2001 con Scaligero) fu attenuata dai successi nel Gran Premio di Merano. Vittorie che valevano nella pratica delle cose l’intera annata agonistica.
Lui vuole spiegare chi è e come ha iniziato: «A 17 anni montai in corsa per la prima volta. Il mio allenatore era Harald Gruber e per 5 stagioni corsi sia in piano sia in ostacoli. Pensate, con i saltatori montavo a 52 chili! Poi saltare mi piaceva molto, o forse vincevo qualche corsa in più, così ho deciso che sarebbe stata questa la mia vera professione. L’Italia? Vi arrivai con assiduità, dopo aver vinto il Merano nel settembre precedente, nel gennaio del 2000 chiamato da Valfredo Valiani. Un trainer ormai affermatissimo».
Ride e spiega ancora:
«Con i cavalli da lui allenati corsi a Pisa e poi sono stato con Eric de la Motte e ancora con la scuderia Andy Capp. Ora lavoro con la scuderia Amalita e il suo trainer Franco Contu. Non ho contratto, ma fra noi basta la parola. E poi l’esperienza italiana è tanto importante e credo che sulle vostre piste mi sono molto migliorato».
Di lui Franco Contu dice che è un fantino dalla mano forte, a volte troppo forte, ma che è bravo dettare il salto ai cavalli e che la sua energia in arrivo spesso fa la differenza.
Furhmann, al contrario, non si scopre. «Cosa so fare meglio? Mi devono valutare gli altri. Io mi tengo dentro le mie impressioni e cerco di non ripetere gli errori che in pista fatalmente si fanno».
Di una cosa è certo: che Milano è la sua pista preferita. «Sicuro. A S. Siro vince il più forte. Quello che sa saltare e sa galoppare, e lunghe diagonali fanno la selezione e non c’è spazio per i cavalli mediocri. Anche Merano mi piace, ma troppo spesso non consente ai cavalli di distendersi nella loro migliore azione. Si va dentro e fuori».
E il futuro? «Sempre in Italia. Se mi vorrete».
Sandro Cepparulo

 
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