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La Gazzetta dello Sport: Roma proibita per Zinzan: niente Palio (02.12.05)  
Autore: unagt
Pubblicato: 2/12/2005
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Roma proibita per Zinzan: niente Palio
Il 9 anni qual ificato alla finale di domenica, ma lo ferma un controverso doping di 2 anni fa

— Ci sono cavalli che riescono a farti conciliare con il travagliato mondo dell’ippica di oggi. Uno di questi è certamente Zinzan Brooke Tur, che rappresenta buona parte della vita di Marco Smorgon, driver torinese che per anni ha coltivato il sogno di vincere l’Amérique con Zinzan.
Un sogno ormai sfumato, ma cullato con onore e con stagioni passate a Vincennes, raccogliendo consensi, quattro vittorie (più una a Enghien) e diversi piazzamenti. In mezzo una travagliata carriera fatta di mille infortuni, operazioni alla gola e mille rinascite. Impossibile non innamorarsi di un cavallo così, che quest’anno, a nove anni, ha vinto il suo quarto gran premio italiano (lo Jegher a Trieste). Per quello che doveva essere l’ultimo inverno parigino, Smorgon aveva disegnato un percorso che passava per il Palio dei Proprietari, evento che raccoglie consensi per il ricco montepremi (65mila euro) della finale, che si disputerà domenica a Tordivalle. Zinzan, il 20 novembre, ha recuperato i 40 metri previsti e vinto la selezione torinese.
Ma ieri è scoppiato il caso. La corsa di domenica, alla quale hanno diritto a partecipare 22 soggetti, è diventata, come nelle edizioni precedenti, tris straordinaria. E il povero Zinzan si ritrova, da venti giorni, inibito a correre le corse tris. La causa? La condanna arrivata per positività alla benzoilecgonina (metabolita della cocaina) dopo il vittorioso Freccia d’Europa del 19 ottobre 2003. Una condanna arrivata dopo quasi due anni (nel frattempo l’allora proprietario, Franco Angiolini, ha lasciato amareggiato l’ippica) e colpisce in modo «particolare» un cavallo proprio «speciale». Smorgon dice poche parole: «Mi dispiace tanto. Ora punteremo al premio del Golfo a Napoli. Ci tenevamo a correre a Roma e ci tengo a ribadire che io il doping non l’ho fatto».
Un caso che fa discutere (Smorgon è ricorso al Tar) perché Zinzan è nel cuore di tutti, e il suo coinvolgimento ingigantisce una situazione di precarietà che probabilmente tocca anche tanti cavalli meno famosi. Possibile si debba attendere due anni per una sentenza? Possibile colpire un proprietario che all’epoca dei fatti proprietario non era? Possibile che un nanogrammo di sostanza dopante (tale la quantità riscontrata nelle urine di Zinzan) sia da considerare effettivamente dopante? Infine va segnalato che da un anno i funzionari del Ministero della Salute chiedono all’Unire un incontro per stabilire i parametri assoluti e certi legati al doping sui cavalli. I criteri autonomi suggeriti dall’Unire, infatti, sono ritenuti «non esaustivi» dalla commissione scientifica del Ministero. Povero Zinzan: mai una volta che le cose siano semplici.
Nicola Melillo

 
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