Anagt: pozzo senza fondo

Data 26/1/2005 19:59:27 | Argomento: 

Servire, trattenere, congelare sono ricette Anagt.
Assassini, ladri, truffatori, criminali di ogni sorta, possono senza alcuna sanzione difendersi dicendo bugie. In sostanza, nel diritto di difesa è compreso e giustificato anche il comportamento mendace.
Ma, fuori da questi ambiti, la disperazione difensiva non può andare oltre certi limiti.
Fulgido esempio di disperazione difensiva è il Presidente Anagt, che, dopo avere trattenuto decine di migliaia di euro dei propri associati destinati alla Cassa di Previdenza (a proposito, che fine hanno fatto le fotografie scattate con pomposa minaccia di denuncia?), tenta di riguadagnare credibilità e prestigio attraverso una serie di mistificazioni e bugie, oltre i soliti insulti, di carattere personale, nei confronti dei rappresentanti dell’Unagt
Non si scende comunque a questi livelli, che nulla hanno a che vedere con l’ippica e gli interessi collettivi degli ippici, ma tendono solo a coprire le magagne dell’Anagt e a giustificare il tracollo del numero degli associati, scesi da oltre 1000 a poco più di 300.
Ora, il Baldi, ormai sempre più asservito all’Unire nel tentativo di guadagnare associati, senza argomenti, con gli insulti e le bugie, tenta di deviare l’attenzione generale dal dato essenziale: cioè, la diminuzione del montepremi.
Costui, asservito all’Unire, ripete, dopo avere mentito, e sapendo di mentire, negando nel corso del 2004 che vi era diminuzione del montepremi. Il bilancio 2004, secondo lui, era tutto a posto (clicca qui), e si è opposto, fieramente, alle proteste dell’Unagt quando ancora si era in tempo per intervenire. Ora finge di ignorare che esiste formale diminuzione del montepremi, e cerca di avere la paternità della ricetta per soluzione di tutti i problemi dell’ippica.
Ebbene, a parte che tale ricetta non è farina del suo sacco (ma , tant’è, l’abitudine a trattenere e congelare è prassi), le magnificate attitudini a risolvere i problemi dell’ippica sono menate prive di senso.
Il Baldi accetta, ed anzi fa propria, la compensazione della diminuzione del montepremi (che diventa quindi una realtà intangibile ed immodificabile, base anche per il futuro), con il presunto vantaggio derivante agli operatori ippici (o meglio, ad alcuni operatori ippici, perché come al solito i fruitori sono i più ricchi), del passaggio dei lavoratori dell’ippica dal comparto dello spettacolo a quello dell’agricoltura.
Ma si domanda:
cosa c’entra la diminuzione del montepremi con il riconoscimento di un diritto, quale quello di vedere inquadrati i lavoratori ippici nel settore agricolo?
Forse per avere il riconoscimento di un diritto, occorre pagare di tasca propria?
E cosa ne pensano, poi, i lavoratori interessati ed i loro sindacati (ma qualcuno li ha interpellati? Il Baldi, che irride a persone che sarebbero state prive di artieri, ha mai fatto fare ricerche, studi, approfondimenti? L’Unagt li ha fatti, e lui dimostri che sono sbagliati!), di un simile transito, che, forse e senza forse, ha riflessi negativi sul trattamento economico, normativo e previdenziale (salvi i diritti quesiti)?
Comunque, il risparmio contributivo, che peraltro fa comodo ad allenatori e proprietari ed a tutto il settore, non potrà mai essere messo in diretta correlazione con la diminuzione del montepremi.
Fermo restando che, trattandosi nella specie di un inquadramento che necessita di un intervento normativo, la pratica realizzazione ha tempi assai lunghi. Per quanto pochi mesi (o anni) dovessero mai occorrere, anche questo vantaggio rimane quindi solo virtuale.
E il Baldi questo lo sa.
E se lo sa, perché mai scrive quello che scrive e dice quello che dice?
Quanto al problema dell’IVA -fra l’altro, anche questo scollegato con la diminuzione del montepremi-, il presunto risparmio del 5% è tutto da dimostrare. Secondo l’attuale disciplina vigente, invero (ma questo il Baldi lo sa, oppure è troppo accecato dalla voglia di ostentare l’asservimento all’Unire contro gli interessi dei propri associati e dell’ippica?), l’iva nell’agricoltura ha carattere forfettario e non l’aliquota fissa del 5%, sicuramente maggiori ma non predeterminate.
Per concludere: o con Baldi & UNIRE, o contro Baldi & UNIRE ed a favore dell’ippica.

G.R.





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