Matarrese è disponibile ... solo per pochi

Data 6/1/2005 21:53:06 | Argomento: 

Arriva la befana, ma il sacco è quasi vuoto.
L'apertura di credito nei confronti dell'Unire è in scadenza. La Finanziaria non è stata prodiga con l'ippica con la sola istituzione di una nuova scommessa al totalizzatore (comma 498, articolo 1) di cui non si conosce la struttura per il semplice motivo che non esiste. Scommessa che prevede un prelievo per l'Unire (clicca qui) solo del 14% sul movimento, e non del 20 come ipotizzato, poiché lo Stato non ha rinunciato all'entrata erariale sotto forma di imposta unica. Scommessa di cui non è indicata la frequenza e che dovrà subire la concorrenza del gioco del lotto che si arricchisce della "ruota nazionale" e dell'estratto determinato, che consentirà di giocare scommettendo non solo sull'estratto semplice, ma anche indicando con quale successione uscirà dal bussolotto. La posta giocata sarà ripagata 55 volte. Oltre al "Big Match", prima scommessa al totalizzatore in ricevitoria effettuabile già dal 19 dicembre. Fumata nera invece per l'emendamento che prevedeva un contributo di 20 milioni di euro che Matarrese, Panzironi, e Masini avevano chiesto ad Alemanno il 22 dicembre, prima di una riunione interlocutoria, probabilmente già concordata e alla quale tutte le Categorie, ad eccezione dell'Unagt (l'unica che non si è svenduta) hanno finto di credere in cambio di un piatto di lenticchie promesso e poi non servito.
Lenticchie, per sconfessare un documento firmato appena sei giorni prima a Bologna (clicca qui) , che revocava la minaccia di sciopero proclamata il giorno precedente in seguito alle aperture fatte da Matarrese sulla stampa circa l’invarianza del montepremi, la risoluzione dello spinoso problema del segnale Tv, la formulazione annuale del calendario 2005 (con reintroduzione delle corse siciliane 2004, ingiustamente assegnate ad altri ippodromi di altre regioni), l'introduzione di nuove scommesse.
E si è sottoscritto un comunicato alternativo (clicca qui), nel quale invarianza del montepremi, formulazione del calendario 2005 sono subordinate ad un Contributo del Ministero. E al punto 7 si afferma di considerare "la disponibilità...a valutare ragionevoli sacrifici dell'ammontare del montepremi... ", senza una minima proposta (che non esiste) di quel famoso piano programmatico tecnico - commerciale per la riqualifica e il rilancio del settore. Pianificato solo nell'immaginazione di Franco Panzironi, che ha sempre detto di averlo nel taschino, ma che non lo ha mai mostrato. D'altronde il Segretario è un appassionato e uno studioso, di quelli veri e, forse, vorrà studiarselo per benino la notte, prima di andare a letto.
Perché questo cambiamento di rotta? All'Unire hanno studiato bene i personaggi che compongono il microcosmo ippico e hanno pensato di aggraziarsi i più deboli, quelli che si credono i più furbi, pronti un giorno a denigrare e un altro a lodare. Su quelli, i soliti noti, si può contare per rompere il fronte. Ed ecco che gli stessi che il 16 dicembre spararono tuoni e fulmini contro i vertici Unire, Presidente e Segretario compresi, credono alle false promesse. Immaginano di potersi presentare quali interlocutori di ippodromi e categorie. E poi organizzano una riunione di tutti gli operatori l'11 a Bologna, assicurano la presenza di Matarrese (clicca qui), rivendono strategie e garanzie economiche che dicono di aver ricevuto, tentano mediazioni caserecce, favorendo invece gli obiettivi di chi pensa che l'ippica sia una scommessa "costosa" e non un indotto in cui trovano occupazione più di 65 mila persone. Matarrese che, peraltro aveva assicurato, il 22, all'Unire, la sua partecipazione: "Ho una sola parola" avrebbe pubblicamente detto il Presidente, prima di ripensarci.
Dopo il voto della Finanziaria, visto come sono andate le cose, una nuova versione: <Le problematiche istituzionali vanno discusse nella sede istituzionale e previa concordanza delle componenti > scrive Matarrese con missiva al Presidente della Federtrotto in data 30.12.04 (clicca qui). Forse (noi speriamo fermamente il contrario) il motivo dell'inversione di rotta consiste nel fatto che ha poco da vendere. Forse (noi speriamo fortemente il contrario) ha capito che non bastava dire "ci metto la faccia" per abbindolare tutti e che prima o poi rischiava davvero di rimettercela visto che (qualcuno provi a smentirci) la diminuzione del montepremi sarà intorno al 20 %. Il comportamento di Matarrese, rapportato a realtà diverse, equivarrebbe al rifiuto di Berlusconi a presenziare al congresso di Confindustria, reclinandone l'invito. E cosa fanno i poveri illusi, tutti contenti di trovar posto nelle Consulte per continuare a scaricare sull'ippica e sugli ippici le loro delusioni invece che tirarsi da parte, magari a progettare qualcosa per rimanere a galla? Questi rappresentanti di categorie e ippodromi, residuati bellici di un'epoca in cui l'ippica era monopolista, svendono i nostri valori, la nostra cultura, le nostre fatiche, costringendoci a elemosinare assistenza. Altro che assistenza: le categorie producono e hanno sempre prodotto reddito, il taglio sulla loro pelle, previsto dalla legge 200/2003, lo hanno accettato solo perché avrebbe dovuto garantire il mantenimento del montepremi. Ci spieghino i vertici Unire perché le fideiussioni dei minimi garantiti prese per buone al momento dell'attribuzione delle concessioni per le scommesse, non sarebbero risultate più valide al momento di pagare. E se anche ciò corrispondesse al vero perché dovrebbero pagare solo gli ippici per un errore dello Stato? Perché con i nostri soldi, nostri per legge, si è rimessa in piedi solo la rete di accettazione delle scommesse dei concessionari e non il montepremi? Perché quando nel gennaio 2002 gli agenti ippici pubblicarono sul Corriere delle Sera una inserzione a pagamento in cui proclamavano una serrata (virtuale da indiscrezioni), ci si sarebbe prodigati presso il Ministro favorendo e sostenendo la promulgazione di una legge che scontava ai concessionari decine e decine, se non centinaia, di milioni di euro, mentre, al contrario, si cerca di penalizzare il settore, proponendo solo tagli al montepremi e alle categorie produttive? Si abbia il coraggio di esplicare il proprio ruolo istituzionale, di accettare una concertazione non personalizzata, di fornire spiegazioni sugli errori tecnici commessi, sull'improvvisazione e sugli aggiotaggi istituzionali. Delle chiacchiere e delle speculazioni sulla propria pelle, le Categorie ne hanno le tasche piene.

Il Presidente Unagt
  Enrico Dall’Olio







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