RIFLESSIONI E PROPOSTE PER LA RIORGANIZZAZIONE E IL RILANCIO DEL SETTORE IPPICO
Il quadro generale che caratterizza il settore ippico mantiene, nonostante gli ultimi provvedimenti legislativi (emendamento Cota), un livello di criticità molto vicino al collasso. L’opportunità offerta dall’approvazione del DL. 185/2008 (convertito in legge) è stata mortificata dal permanere di una sostanziale incapacità dell’UNIRE a mettere in campo un progetto credibile di risanamento, consolidamento e rilancio del settore, dal permanere di un alto livello di litigiosità tra le categorie, da una cultura corporativa incline al piccolo cabotaggio e incapace di promuovere una vera autoriforma. In questo contesto è indispensabile un intervento istituzionale volto a determinare le condizioni per una indispensabile riorganizzazione dell’intero settore. Riorganizzazione che non può prescindere da obbiettivi di autonomia economica, trasparenza e certezza delle regole, distinzione dei ruoli e delle responsabilità, regolarizzazione e valorizzazione del lavoro, qualità e competenze. Nello specifico un progetto articolato in tre punti: 1. NUOVA ASSI; 2. RISTRUTTURAZIONE DEL SISTEMA SCOMMESSE; 3. UN'AZIONE DECISA BASATA SU RIGORE, ETICA E IMPRENDITORIALITA'; 4. UN CONTRIBUTO TRIENNALE PER SOSTENERE IL PIANO DI RILANCIO.
NUOVA ASSI Relativamente all’autonomia economica è indispensabile uscire da un equivoco che vede l’UNIRE- ASSI (quest’ultima di fatto non esiste) esclusa di fatto dalle sedi decisionali inerenti le politiche sui “giochi” (prodotti/reti di vendita/prelievo fiscale/riversamenti ecc.). Ne consegue una posizione dell’Ente limitata a funzioni amministrative e di sorveglianza, fortemente condizionata nelle iniziative di promozione e sostegno a politiche di sviluppo, sostanzialmente relegata a mere attività di aggiustamenti di bilancio, irrimediabilmente gravata da una posizione debitoria che pregiudica qualsiasi possibilità (volontà) di rilancio, con un gruppo dirigente non sempre selezionato su basi meritocratiche e di competenza e con personale scarsamente motivato. Con il permanere di una tale condizione, la certezza delle entrate non può essere affidata al solo gettito delle scommesse ippiche (politicamente marginalizzate e penalizzate fiscalmente) ma dovrebbe necessariamente avere la garanzia di copertura (a bilancio di previsione approvato) dallo stesso Ministero delle Finanze. Consideriamo che una tale ipotesi, ancorché appetibile, nel medio e lungo periodo rischia di alimentare e radicare la cultura dell’assistenzialismo, di mortificare (ancora di più) qualità ed efficienza e in buona sostanza di deresponsabilizzare (ulteriormente) Ente e Operatori. - Pertanto, evitando scorciatoie meramente assistenziali e assumendo la consapevolezza che il gettito da scommesse ippiche debba restare la principale fonte di finanziamento del settore, è indispensabile che l’Assi si trasformi immediatamente anche nella sostanza oltre che nella forma. Dovrà trasformarsi in un’agenzia capace di un rigoroso controllo del settore. In particolare: - Si proceda ad una radicale riforma dell'UNIRE-ASSI prendendo in considerazione la costituzione di un nuovo Soggetto di natura pubblica (regolato da norme di diritto privato) agile e funzionale, gestito da un Direttore Generale selezionato su basi qualitative con contratto bi/triennali e vincolato (nella conferma e/o rinnovo) a progetto e risultati, dotato di personale qualificato e motivato nel raggiungimento degli obbiettivi, la nuova ASSI avrà responsabilità sulle politiche di consolidamento e sviluppo del settore. Attualmente l’Unire, risultati alla mano, si è dimostrata incapace di gestire aspetti tecnici quali la programmazione e la gestione tecnica, il controllo e disciplinare, la qualificazione e l'efficacia della “comunicazione” e promozione, la trasparenza nella gestione delle risorse economiche. Compiti basilari per il rilancio del settore;
RISTRUTTURAZIONE DEL SISTEMA SCOMMESSE
- L’ASSI deve avere un ruolo non marginale nella definizione delle politiche che regolano il mercato delle scommesse in generale;
- l’ASSI deve avere un ruolo negoziale relativamente al prelievo fiscale e riversamento delle scommesse ippiche;
- L’ASSI deve poter decidere e disporre, sentiti i Ministeri competenti, su nuovi e/o più appetibili prodotti di scommesse ippiche;
- che la scommessa ippica possa disporre di una adeguata ed efficiente rete di vendita, considerando anche la sua introduzione per quanto concerne la quota fissa nei corner;
- che l’ASSI provveda a sostenere scommesse ed attività ippica attraverso una programmazione tecnica e una calendario efficace adeguati alle esigenze del settore;
- che L’ASSI (nuova) provveda a mettere in campo efficaci strumenti di divulgazione e adeguate campagne promozionali.
Da subito, per bloccare il continuo calo del movimento di scommesse ippiche che ha caratterizzato gli ultimi quattro anni e avviare un'indispensabile crescita occorre è indispensabile: A- ridurre il prelievo medio sulle scommesse al totalizzatore di 6 punti percentuali (dal 31% al 25%) dei quali 3 punti a carico dell'erario (necessario un decreto governativo), 1,5 punti a carico di ASSI e 1,5 punti a carico dei concessionari; - ridurre il prelievo medio globale sulle scommesse a quota fissa ad un importo massimo complessivo del 4% , come per le scommesse sportive; B- riportare tutta la raccolta delle scommesse ippiche sotto la gestione di un totalizzatore unico con l'eliminazione di tutti i disservizi dati finora agli scommettitori, con i disastrosi effetti di allontanamento; C- riscrivere rapidamente i regolamenti delle scommesse Quarté e Quinté, prevedendo vincite di seconda e terza categoria. Con questi provvedimenti riassuntivi si prevede di invertire la tendenza del calo di scommesse, ormai fisiologico.
UN'AZIONE DECISA BASATA SU RIGORE, ETICA E IMPRENDITORIALITA'
Passione e cultura per il cavallo da corsa nascono negli ippodromi. Valutazione degli ippodromi, doping, certificazione delle condizioni della quantità, qualità e regolarità delle risorse umane impegnate. Deve essere immediatamente applicata la legge (Dpr 169/98) che prevede la valutazione degli ippodromi con criteri meritocratici che definiscano quali strutture possano ancora svolgere l'attività in modo serio e produttivo. L’Unire sinora ha favorito nei suoi studi solo un conto di cassa, non di qualificazione e di investimento in termini di pubblico, proprietari, allevatori, allenatori, guidatori., con il risultato che sono scomparsi pubblico, proprietari, allevatori, allenatori e guidatori. Processo che ha portato allo sfascio del settore per quanto concerne la filiera e al crollo verticale del movimento ippico.
Resta evidente che anche la più efficace politica di rilancio della scommessa ippica rischierebbe di avere il fiato corto se non supportata da una decisa azione di riqualificazione, trasparenza e regolarizzazione del settore che deve essere “ritarato” incentivando una selezione quanti-qualitativa del parco cavalli.
Allo stesso tempo è da ritenere indispensabili che l’ASSI debba operare sulla base di un progetto di insediamento degli ippodromi sul territorio nazionale, meritocratico e basato su valutazioni specifiche dell’area geografica interessata (bacini di utenza, tradizione, vocazione allo sviluppo della filiera ippica …) disincentivando lo “spontaneismo” non funzionale e non coerente con il progetto generale. In questo quadro dovrebbe essere valorizzato un circuito di ippodromi di “prima fascia” identificato attraverso precisi, chiari e verificabili parametri connessi alla qualità e quantità dei servizi, strutture tecniche, di accoglienza per gli operatori e per il pubblico, del rispetto delle norme sulla sicurezza, della quantità e qualità dei dipendenti impegnati nonché delle procedure di controllo in ottemperanza a quanto previsto dal CCNL.
Attorno a questa “dorsale” può e deve svilupparsi un circuito di “seconda fascia” in grado di rappresentare una risorsa per il primo gruppo e un riferimento per promuovere ed attivare, politiche e/o specifici progetti di consolidamento, valorizzazione e sviluppo sul territorio dell’intera filiera ippica.
L’Ippodromo è il luogo nel quale nascono e si formano non solo proprietari, guidatori, allenatori, fantini, allevatori, ma anche e soprattutto appassionati e scommettitori. Ne segue che promuovere il prodotto ippico, non significa, o almeno non significa solo, rendere ogni corsa di cavalli produttiva. Bisogna valutare l’indotto che ne consegue in termini di regolarità delle corse, di aumento di spettatori negli ippodromi, di scommesse, di operatori, di posti di lavoro. In sostanza, più lo spettacolo ippico è interessante, più sono gli appassionati, più sono gli scommettitori, allevatori, proprietari, allenatori, guidatori e posti di lavoro.
Un ippodromo deve essere “fotografato” in base a diversi parametri: piste all’avanguardia, parcheggi, boxes, pulizia, punti di ristoro, organizzazione, rispetto delle norme sanitarie e di pubblica sicurezza, dispositivi di sicurezza, depuratori, ospitalità, qualità nei servizi, promozione, pubblicità, capacità di gestire una programmazione qualitativa e selettiva, capacità di creare un valido indotto di proprietari, allevatori, allenatori-guidatori , ricambio generazionale, un adeguato volume di scommesse sia sul campo che sulla rete esterna, tutela dell’ambiente, salute animale e rispetto delle normative dell’Unire. Con questa logica, non è detto che non mantenendo gli standard necessari per l’organizzazione di uno spettacolo qualificato, la programmazione debba rimanere cristallizzata sempre negli stessi impianti e con le stesse caratteristiche. Diversificando la percentuale a favore degli ippodromi, anche in virtù dello spettacolo, dei servizi e della collocazione dei convegni si potranno innescare quegli automatismi che consentono di ridurre il numero delle corse ordinarie e qualificare il parco cavalli in funzione di un aumento e di una effettiva salvaguardia del montepremi.
Le società di gestione degli ippodromi, in quanto aziende fornitrici di servizi, dovrebbero stipulare con l’UNIRE contratti di fornitura con remunerazione congrua e certa, nell’arco temporale di validità del contratto, determinata da criteri trasparenti connessi ai parametri sopra indicati. Il contratto non dovrebbe essere di impedimento all’azienda di sviluppare la propria imprenditorialità anche su attività diverse purché compatibili con il rispetto dei termini del contratto.
Risolvere la questione doping è di primaria importanza per assicurare la trasparenza, la regolarità, la credibilità del prodotto, e quindi la sua collocabilità sul mercato. Si tratta di un settore nel quale è indifferibile una riforma integrale, non solo ai fini della regolarità e trasparenza delle corse, ma anche e forse soprattutto in funzione del benessere e della tutela degli animali. La questione doping è stata affrontata incisivamente dalla Commissione Ministeriale istituita con DM 4.7.2006 prot. 955 integrato con DM 2.8.2006, prot. 7064 del MIPAF, le decisioni da assumere su tale questione non possono prescindere dalle conclusioni di tale Commissione.
Sulla stessa linea l’ASSI, nel rilascio delle licenze, dovrebbe richiedere alle imprese (Scuderie/Guidatori/Allenatori) un’autocertificazione sia delle condizioni logistiche che della quantità, qualità e regolarità delle risorse umane impegnate nel proprio modello organizzativo, ai fini di valutare la corrispondenza dello stesso al rispetto di standard di qualità e trasparenza adeguati, riservandosi (l’ASSI) la sospensione delle licenza a fronte di verifiche che accertino la non congruità con quanto certificato ovvero con le eventuali modifiche successivamente intervenute e tempestivamente comunicate all’Agenzia.
L’Assi dovrà essere chiamata anche a recitare un ruolo di mediazione importante fra le parti sociali, ai fini della disciplina dei rapporti di lavoro individuale e collettiva. In questo senso dovrà attivare concrete azioni di contrasto al lavoro “nero” e irregolare, all’evasione delle norme sulla sicurezza e alle inadempienze retributive e contributive.
Inoltre il proliferare nel settore di associazioni di rappresentanza che si formano, a prescindere dalla loro rappresentatività, al solo scopo di acquisire il diritto all’interlocuzione Istituzionale, in difesa di interessi particolari e fuori da una visione complessiva delle necessità generali, spesso sollecitate e sostenute nella loro costituzione da chi trae vantaggio dalle divisioni, dalla esaltazione rende impraticabile qualsiasi tentativo di rinnovamento, di riforma, ovvero, qualsiasi ipotesi di messa in discussione di rendite di posizione.
In un simile quadro l’ASSI non avrà mai un momento di confronto a “tutto campo” con un Soggetto rappresentativo degli interessi generali del settore in grado di “mediare” e “armonizzare” il particolare con il generale. Se non poniamo rimedio a questa condizione è probabile che continueremo a tenere quantità industriali di incontri solo per registrare posizioni contrapposte, senza arrivare a sintesi condivise, alternando immobilismo a decisionismo spesso determinato dalla capacità di pressione che questo o quel gruppo è in grado di esercitare in quel momento.
Crediamo che porre rimedio voglia dire esaltare il valore aggiunto rappresentato da un corretto esercizio della concertazione in un quadro di regole definite ed esigibili, nel rispetto della distinzione dei ruoli e delle responsabilità.
UN CONTRIBUTO TRIENNALE PER SOSTENERE IL PIANO DI RILANCIO
Un processo di riforma e di riorganizzazione del Settore dovrà essere accompagnato con adeguati sostegni (ancorché temporanei) che diano certezza delle risorse per il periodo necessario di messa a regime della riorganizzazione. In questo senso potrebbe essere prefigurato un arco temporale di tre anni nei quali la copertura del bilancio Assi è garantita, con quote a scalare, da interventi diretti del Ministero delle finanze e a salire (fino al 100%) dal riversamento delle scommesse. Inoltre l’Agenzia potrebbe dotarsi di un “fondo” finalizzato a sostenere gli investimenti per il rinnovamento e la qualificazione, e i costi previdenziali e fiscali a carico delle imprese, anche ai fini di facilitare processi di emersione e regolarizzazione del lavoro.
Agit: Il Presidente, Enrico Dall'Olio
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