ADESSO BASTA
Come preannunciato, è stato trasmesso alle sedi competenti il dossier sull'ultimo decennio della storia ippica italiana, caratterizzato da irresponsabili imposizioni politiche che hanno condotto il settore ad un punto di non ritorno. L'Unire (ente tecnico di riferimento) è stata posta in condizioni di non nuocere alla politica, anche attraverso un pre-congegnato sistema di esasperazione dell'impotenza (privandola di risorse) e dell'insipienza facendo spesso gestire di fatto l'ippica da gente che di cavalli purtroppo non ha mai saputo nulla e non sa cosa siano. Gli unici interessi protetti e perseguiti sono stati sempre quelli degli assuntori del gioco, in modo particolare le agenzie ippiche, cui è stata data possibilità di non pagare mai niente, dai minimi garantiti ai canoni TV, usando il nostro ambiente come riserva privata di caccia per lanciare tutte altre scommesse sfruttando le reti create a spesa dall'ippica, senza che all'ippica non torni mai nulla. Nel dossier sono raccolte tutte le prove documentate di questi anni di mala ippica. Ha peraltro molto amareggiato l'intervento attribuito al Ministro Galan (sempre che effettivamente tale intervento sia stato effettuato), che non si sarebbe preoccupato delle ragioni, delle cause e delle precise e pesanti responsabilità che hanno provocato il default dell'ippica, limitandosi ad incolpare gli operatori ippici costituenti peso per i conribuenti; al contrario, l'ippica ha sempre e comunque portato denaro all'Erario, mentre gli ippici e l'ippica sono stati sempre tenuti in ostaggio per mantenere un sistema di clientele di gente imboscata della politica ed è stata sempre santificato all'altare degli interessi, come ho detto prima, degli assuntori del gioco. E' farsesco, prima ancora che inammissibile e mostruosamente illegittimo, porre la parola fine a questo ambiente dando la colpa a noi ippici, cui mai è stato permesso di gestire nulla nel nostro ambiente. Così come appare farsesco aver concertato in questi due ultimi anni con le categorie un piano di rilancio (comunque costato in termini di risorse finanziarie pubbliche - vedasi oltre 290 audizioni video registate al Ministero dell'Agricoltura-) che viene letteralmente buttato nel cestino per ragioni esclusivamente politiche; sotto questo profilo, anche quel "fisso" che si vuole far passare, se non accompagnato da un piano di rilancio, resterebbe fine a se stesso (il fisso deve servire per non più di due anni sino a che il piano di rilancio prenda corpo), o addirittura sarebbe destabilizzante per il settore perchè consegnerebbe definitivamente l'ippica alle agenzie ippiche. Queste ultime infatti, una volta staccata la scommessa avrebbero via libera, come dimostrano emblematicamente le prove generali di questi ultimi giorni per trasmettere le corse estere e lanciare le corse virtuali, seppellendo così il nostro ambiente (e la razza equina italiana) in un sepolcro per sempre. Quindi il dossier è stato inoltrato alla Procura della Repubblica per le giuste denunce e per mettere in risalto un periodo della storia dell'ippica che deve essere critto però nel modo giusto. Per quanto riguarda l'Unire noi in questo periodo abbiamo mantenuto fede alla parola data, nel senso che siamo sempre stati propositivi e costruttivi nel cercare un percorso comune in questo momento di crisi arrivato ad un punto di non ritorno. Peraltro, la funzionalità dell'Ente - risorsa che per gli ippici si manifesta assolutamente indispensabile - è lontanissima da poter garantire almeno una gestione sufficiente dell'ambiente; a parte che si tratta dell'Ente più commissariato del mondo, non è solo questione di carenze economiche, ma purtroppo è questione di una mentalità politica estranea all'Ente stesso, radicata, che porta a non pensare che senza una gestione che funzioni mettono in difficoltà le categorie che sono chiamate a mantenere questo sistema. Ad esempio, è ridicolo che dopo 10 mesi di collaborazione per reinserire i dati e rifare gli elenchi degli associati ci si ripresentino degli elenchi con errori macroscopici. D'ora in avanti purtroppo saremo costretti a mettere nomi e cognomi dei vari Dirigenti e degli impiegati che continuano con questo tipo di lavoro a metterci in difficoltà, come per altro per onestà intellettuale, segnaleremo anche quei Funzionari e quegli addetti che dovessero operare bene. Pubblicheremo nel sito continuamente le varie mancanze, i vari ritardi, perchè non siamo più in grado, di poter subire e sopportare tutto questo, in quanto se vi sono come detto persone che si danno da fare dentro l'Ente, è giusto far notare quello che non funziona. Lo spirito rimane sempre costruttivo in quanto una Unire che funziona è un punto di riferimento per tutti. Un' azzeramento dell'Unire ed il passaggio al Ministero dell'Agricoltura sarebbe un salto nel buio; ma occorre una Unire che funzioni, e che sia messo in grado di funzionare, soprattutto dopo tutte le nuove recenti assunzioni. Sta di fatto che gli operatori ippici ed in particolare allenatori guidatori stanno lavorando a perdere, nella prospettiva (illusoria?) di un rilancio dell'ambiente mentre tutti coloro che ruotano intorno a noi, compresi gli impiegati e i Dirigenti Unire - che comunque hanno uno stipendio - questi problemi non li hanno. Quindi ragion di più che si abbia più rispetto per quelle categorie che sono chiamate con gandi sacrifici a mandare avanti questo sistema che così impostato non può più portare a nulla. Il Presidente Enrico Dall'Olio
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