UNICO DATO CERTO: L’INCERTEZZA

Data 1/7/2010 2:54:00 | Argomento: associazione

UNICO DATO CERTO: L’INCERTEZZA


A nulla sono servite denunce, proteste, iniziative varie, per superare l'inerzia di chi poteva e doveva pretendere dai concessionari delle scommesse una contropartita dell'utilizzo degli spazi e delle strutture tecniche delle reti delle agenzie ippiche.
Ogni risorsa, al contrario, è sempre più rapidamente confluita verso altre scommesse e altri giochi, con conseguente impoverimento del settore e abbassamento del volume delle scommesse ippiche, lasciate letteralmente (e volutamente) a se stesse, alle sue scommesse medievali o inaccessibili per i non laureati in fisica nucleare.
E ora spuntano all'orizzonte le Videolottery, pronte ad erodere ulteriori spazi propri della rete ippica ( ippodromi e agenzie, dove già si sta eseguendo "l'ordine" di restringere lo spazio delle scommesse ippiche in vista dell'immissione delle Videolottery) senza alcun riconoscimento per gli ippici.
Eppure nelle casse di AAMS entreranno 850 milioni di euro per la concessione delle licenze delle Videolottery!
E tutto ciò con il beneplacito della classe politica!
Classe politica che si è impossessata del settore, utilizzandolo, attraverso il suo Ente tecnico, l'UNIRE, per distribuire favori e poltrone a chi poi avrebbe dovuto, come contropartita, eseguire le sue direttive, a tutto indirizzate tranne che a beneficio dell'ippica.
Quella stessa classe politica che accusa gli ippici di incapacità nella gestione del settore o di parassitismo sui contribuenti, pur sapendo benissimo che mai gli ippici sono stati posti in grado non solo di gestire, ma neppure di partecipare finanche consultivamente alla gestione.
E ci sia lecita una disgressione: l'ippica è cultura, memoria storica e realtà attuale che è assurdo sacrificare sull'altare del poco profitto; ha radici più antiche del teatro, e nessuno - giustamente- si indigna se ogni spettacolo teatrale è un grosso costo per l'Erario (al contrario, fra l'altro, dell'ippica, che in ogni caso ancora procura soldi all'Erario).
Quella stessa classe politica che accusa gli ippici, ha finto di dare con una mano (con la grancassa dei Media), per poi levare con l'altra (silenziosamente): ne è conferma la legge 185/2008 che ha riconosciuto all'ippica 300 milioni di euro, serviti però in gran parte per coprire i buchi di bilancio delle gestioni Alemanno-De Castro (65 milioni stanziati, ma mai entrati nelle casse dell'UNIRE; 89 milioni condonati ai concessionari delle scommesse per i canoni TV; ed altre decine e decine di milioni regalati per legge a chi non aveva rispettato i minimi garantiti).
I pochi spiccioli rimasti dovevano servire per dare respiro al settore, in attesa dell'attuazione del piano di rilancio. Piano di rilancio che però è stato come l'araba fenice, mai attuato, dopo più di un anno di incontri, sedute, audizioni, consulenze, ecc.(tutto inutile: nessuna riforma regolamentare, scommesse, TV, giustizia sportiva, doping, tutto come prima).
E anche l'ultima nostra speranza, impersonata dal Commissario Tiziano Baggio, che potessero finalmente prendere una forma le promesse e le parole, si è presto volatilizzata, grazie al Ministro Galan. Quest’ultimo  per una posizione molto più personale che politica ha coattivamente costretto alle dimissioni il Commissario e, senza peraltro motivare il suo operato e senza palese conoscenza alcuna del settore, oggi non sembra assolutamente intenzionato ad un dialogo con gli ippici.
Ne emerge un' immagine veramente "piccola" per chi ricopre una carica di tale rilevanza nazionale.
Ed ora di rilancio non si parla nemmeno più; l'unico dato certo è l'incertezza, senza alcun dialogo con gli ippici, vittime di alchimie politiche ed economiche.
Si parla di soppressione dell'UNIRE, accusata di essere un "carrozzone" inutile e troppo costoso( carrozzone che però ha fatto molto comodo alla politica in passato), invece di proporre un giusto progetto che le permetta di riacquistare la sua funzione tecnica, staccata da tutti quegli interessi politici che ne hanno condizionato l'operato negli ultimi dieci anni, e che l'hanno obbligata a diventare molto più "costosa" di quanto in realtà avrebbe potuto essere; e si parla anche di aiuti economici all'ippica; iniziative che comunque, al di là delle perplessità che destano, sono fini a se stesse, in difetto di riforme strutturali del settore e delle scommesse ippiche a vantaggio del settore stesso.
Perché se è innegabile che l'unica speranza per un rilancio economico dell'ippica è la riforma delle scommesse, staccando la scommessa dall'ippica, come si potrà sperare in un incremento economico?
Non si può dare torto a chi sospetta l'esistenza di una strategia che fino ad oggi ha boicottato la riforma delle scommesse ippiche, per poi aiutarne l'accelerazione quando saranno fuori dal settore!!!


E' pronto un "dossier", preciso, dettagliato, con nomi, eventi, cifre, che ricostruisce la storia dell'ippica degli ultimi dieci anni, storia nella quale le corse dei cavalli non sono mai state in primo piano.
Dossier che sarà non solo una lettura aperta alla pubblica opinione, ma anche una fonte per le Autorità competenti per le iniziative di competenza.
Gli operatori ippici sul campo, quelli che si alzano alle 5 del mattino e lavorano 12 ore al giorno (per mantenere questo sistema e poi sentirsi dare del parassita), non possono più tollerare tale situazione.
Certo, forse le 50.000 famiglie che vivono di ippica non sono una preoccupazione elettorale; ma si tratta di famiglie che, per la maggior parte, non hanno più nemmeno i soldi per acquistare la pala per scavarsi la fossa, e l'attuale provocazione può rischiare di rendere imprevedibile e forse incontenibile la loro esasperazione.


Il Presidente
Enrico Dall’olio

I Vice Presidenti
Sabina Breccia, Matteo Di Meo





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