Al centro della nuova protesta l’utilizzo dei fondi destinati al settore.
Ancora una volta l’Unagt non ci sta e dichiara battaglia aperta alle ingiustizie e ai favoritismi difendendo a spada tratta i propri associati. “Non abbiamo lottato per sostenere un ente che ha affossato l’ippica, né per chi ha rappresentato una passività per l’intero settore” sottolinea il presidente Enrico Dall’Olio che annuncia la proclamazione dello stato di agitazione della categoria. Agitazione “che sfocerà in un nuovo fermo delle corse qualora non vengano accolte le richieste di modificare le decisioni dell’Ente”. La nuova crisi è stata scatenata dalle ultime direttive Unire che non tengono conto delle necessità degli operatori nell’utilizzo dei fondi che il Governo ha destinato al rilancio del settore. Ecco i dettagli nel comunicato diffuso dall’Unagt in giornata.
“Il Consiglio Direttivo dell’UNAGT, riunitosi a Bologna il 15.12.2008, preso atto degli inesistenti risultati dello sciopero nazionale, ritiene che le decisioni prese dall’UNIRE siano del tutto inadeguate e, soprattutto, vanifichino il lavoro ed il sacrificio delle categorie.Si evidenzia:
a) dei 25 milioni di euro stanziati dal governo per riequilibrare il montepremi fino al 31 dicembre 2008 ai livelli del 2007 non si sono avute notizie. Si è continuato a correre in una situazione di assoluto disagio e grande difficoltà;
b) il piano di taglio delle corse è assolutamente inaccettabile senza una concertazione con le categorie ed adeguati ammortizzatori sociali in quanto, se è vero che il calo delle scommesse è la causa della crisi, tale taglio dovrebbe seguire un criterio meritocratico. Tutti d’accordo per un ippica di qualità che bisogna però programmare a lungo termine, non con irresponsabili colpi di spugna ma con progetti tesi a creare e pubblicizzare gli avvenimenti, trovare gli sponsor, rivalutare le scommesse esistenti e pubblicizzarle insieme ad una nuova cultura ippica nelle tv in chiaro. Tagliare indiscriminatamente ora le corse di minima non risolverebbe assolutamente il problema, poiché, nolenti o dolenti, sono allo stato attuale l’unica risorsa economica per l’Ente;
c) riguardo al doping guidatori, l’UNAGT, con finalità di prevenzione, ha proposto da tempo l’etilometro ed il kit. Lo scopo è di rendere trasparenti e sicure le corse: con le attuali regole si saprà solo che in determinate corse hanno partecipato guidatori non in possesso delle normali facoltà e che i risultati sono stati alterati a discapito del pubblico, dei colleghi e degli scommettitori, a favore solamente del laboratorio di Unire-Lab di Pomezia;
d) siamo ancora in attesa di un comunicato ufficiale della Commissione Scientifica sulla soglia di tolleranza riguardo al doping dei cavalli;
e) il pagamento dei premi diretti dall’UNIRE è fermo ad agosto, per quello dagli ippodromi è stato appena pagato l’acconto di settembre;
f) con l’aggiunta dello 0,7% dalle slot-machine il montepremi avrebbe dovuto superare di molto il livello del 2007. Non concordiamo quindi né sullo stanziamento né sulla distribuzione ai vari ippodromi delle risorse aggiunte;
g) critichiamo apertamente la gestione del segnale televisivo, che continua a pubblicizzare la concorrenza, senza una contropartita per l’ippica nazionale sui canali destinati ad altri sport.
L’ippica è scesa in piazza contro lo sperpero delle risorse da parte dell’UNIRE, non per coprire i debiti dell’Ente, derivati soltanto dalla sua pessima gestione. L’UNAGT non intende vanificare i sacrifici dei propri associati e di tutti i guidatori ed allenatori ai quali, secondo i piani UNIRE, non andrebbero neanche le briciole di quanto hanno ottenuto. NON ABBIAMO LOTTATO PER SOSTENERE UN ENTE CHE HA AFFOSSATO L’IPPICA, NE’ PER CHI HA RAPPRESENTATO UNA PASSIVITA’ PER L’INTERO SETTORE. Pertanto l’UNAGT proclama lo STATO DI AGITAZIONE DELLA CATEGORIA, che sfocerà in un nuovo fermo delle corse qualora non vengano accolte le richieste di modificare le decisioni dell’Ente. L’UNAGT fa appello al Ministro Zaia poiché, restando immutate le decisioni dell’UNIRE, sarebbe vanificato il suo impegno verso il settore, a vantaggio proprio di chi Lei ha definito, insieme alla politica tutta, “un carrozzone che ha dimenticato i suoi scopi statutari, per diventare un Ente soltanto clientelare”.
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