Però i soldi sono veri e dovrebbero finanziare azioni di protesta. Ma di chi?
Con un’intera pagina pubblicata da Trotto&Turf (clicca qui) è stato dato il via a una sottoscrizione per reperire risorse destinate a sostenere una “ferma manifestazione di protesta”. Come riferimento vengono citate le associazioni di categoria (?) con tanto di allegato: si tratta di una scheda da mandare all’Unire che dovrebbe effettuare la trattenuta del 10% su eventuali vincite limitatamente ad un periodo.Il comunicato è anonimo, se non per un sedicente comitato di crisi.
E già cominciamo male.
Perché di comitati di crisi delle categorie ippiche nel tempo ne abbiamo visti comparire e scomparire a decine. Quindi a chi gli operatori dovrebbero cedere il 10% delle già insufficienti somme che spettano loro?
Poi proseguiamo peggio visto che la bozza di delega pubblicata nel comunicato a pagamento è del tutto inutile. Un Ente pubblico per trattenere somme a favore di un comitato, sindacato o associazione di categoria che sia, ha bisogno che tale aggregazione sia riconosciuta legalmente, quindi con tanto di statuto e atto costitutivo. Pertanto la spesa della pubblicazione del comunicato, presumibilmente oltre 2.000 euro, sono soldi gettati al vento, alla faccia della crisi.
Sapere però chi si è fatto carico di tale costo ci aiuterebbe a capire chi muove i fili. A chi sarebbero destinati i soldi degli ignari operatori ippici.Qualunque manifestazione sindacale o di protesta in genere, dacché ricordiamo, è stata finanziata dall’organizzazione che l’ha proposta.Sembra che qualcuno nell’ippica abbia un’idea diversa.
Posto che senza guidatori ed allenatori nessuna protesta sortirebbe effetti, c’è chi ha interesse a portare le categorie a Roma ma pretende che gli stessi partecipanti si paghino le spese.
Quando si dice il danno e la beffa.
G.R.
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