Tg Comitato 29.8.08: Strategia dello sfascio: ecco chi muove i fili

Data 29/8/2008 23:20:00 | Argomento: Unagt

Da Napoli nuovi scenari.

                 

             


Gianni Castelluccio alza il sipario sul trotto e svela retroscena e piani, sparando a zero su protagonisti e comparse.  Ecco la sua relazione sulle ultime vicende campane             

Sembrava davvero strano che gli strateghi dello sfascio non fossero ancora scesi in campo per contrastare l’azione promossa da Minopoli & Soci per il rispetto della dignità e del lavoro di chi produce e finora è stato solo strumento nelle mani degli sfruttatori senza scrupoli.

Oggi vogliamo rovinarci: senza allusioni faremo i nomi mettendo accanto ad ognuno i...meriti ippici guadagnati negli ultimi anni.

Accortisi che Minopoli stava davvero diventando scomodo anche per il sostegno dell’UNAGT, che ne ha sposato la causa dall’inizio perchè coincideva esattamente con i principi ispiratori dell’Associazione (difesa degli interessi dei guidatori), hanno iniziato una sapiente opera di accerchiamento nei confronti del guidatore napoletano.

Primo obbiettivo: staccarlo dall’UNAGT, consigliandogli di fondare una nuova Associazione campana, autonoma. Con l’obbiettivo di ottenere quello che l’UNAGT, nonostante la forza nazionale datale da oltre 700 soci, dalla forza delle cifre e dei documenti esibiti da cinque anni almeno, non è riuscito ad ottenere.
Incredibilmente il “consiglio disinteressato” è partito da Papalia, l’uomo che sembra abbia attivato la polizia per fermare alle porte di Roma proprio Minopoli & C. come fossero delinquenti comuni. Ed è lo stesso che, quando ha barattato le giornate di corse di Napoli con un sostanzioso contributo per ogni giornata persa, facendo sfumare il montepremi e danneggiando solo guidatori e proprietari, ebbe a dichiarare che “le Società di corse non sono Enti di beneficenza e debbono guardare solo al bilancio”.              
Altro personaggio disinteressato l’on. Mario Masini, rientrato nell’agone ippico dopo un lungo silenzio seguito alla sua nota azione parlamentare, in uno con l’allora Commissario Andriani, e che ultimamente non ha ritenuto di aderire al fermo delle corse voluto dal movimento Minopoli.

Ora Minopoli viene accarezzato da Papalia, che gli consiglia di staccarsi dall’UNAGT, cercando di convincerlo di essere (lui!) amico dei guidatori: e, per dimostrargli tutto il suo potente appoggio, si dichiara disposto a chiudere gli ippodromi di Roma, Napoli, Siracusa e Livorno, quasi per solidarietà nei confronti dei guidatori.

A parte il fatto che Siracusa ha quasi concluso la sua riunione, se Papalia chiude gli altri è perchè per la crisi sta rischiando di perdere i famosi contributi ottenuti nella frettolosa ultima seduta del C.d.A. dell’UNIRE. Ed è semmai lui ad aver bisogno dei guidatori, non viceversa!

Ma Papalia non è il solo corteggiatore del fenomeno Minopoli.

Il Masini di cui sopra aveva in un primo momento sottovalutato l’azione del guidatore napoletano. Ora gli fa sapere di avere piene le scatole dell’UNIRE ed è pronto a fermare anche il galoppo.

Tutti con Minopoli, allora, ma a patto che si stacchi dall’UNAGT.
E che anche i Soci dell’altra Associazione, l’ANAGT, si dimettano!

Il piano è fin troppo chiaro
.

Chi più, chi meno, le Associazioni di categoria, UNAGT ed ANAGT rappresentano un fastidio per quanti sono riusciti ad entrare nelle segrete dell’UNIRE ed ad accaparrarsi senza sforzo il grosso delle entrate. Provvidenze a pioggia, contributi, personalizzazioni ecc. a scapito del montepremi e quindi di chi lavora. Distruggendole, avranno campo libero. Non sarà certo un gruppo sia pur consistente di napoletani a far ombra.

Sinceramente pensiamo che Minopoli, che com’è noto ha avuto una svolta di vita che lo ha avvicinato ai valori veri della vita, non cadrà nella trappola tesagli. E che continuerà la sua giusta guerra nell’ambito dell’Associazione a cui appartiene e che lo ha sostenuto a spada tratta. E che lo stesso facciano anche i Soci dell’ANAGT, combattendo con Minopoli e restando nella loro Associazione.

Ultima riflessione.
Pensate se Minopoli non fosse l’uomo che è, convinto dei suoi ideali ed incorruttibile per la sua fede: a quest’ora avrebbe già risolto i suoi problemi personali senza doversi affannare tanto!

A buon intenditor, poche parole
”.

C’era stata, nel frattempo, anche una riunione all’Unire, se ne sono dimenticati quasi tutti, che nella realtà lasciava speranze di sopravvivenza fino al 30 settembre p.v.: soppressione della 9° corsa, montepremi invariato a luglio 2008.
Le Società dovrebbero aver comunicato all’Unire le loro intenzioni, alcune dopo averle concordate con le categorie locali, altre di loro iniziativa.

Pare che per alcuni ippodromi l’Ente abbia ottemperato alle richieste, mentre per altri ha preso decisioni autonome.

Anche le firme lasciano il tempo che trovano.

La cosa più sconcertante è che ci si dispera per qualche giornata in meno, ma del montepremi sempre più in calo e del pagamento dei premi che dopo mesi arrivano da una parte e si fermano dall’altra, sintomi chiari di una crisi irreversibile, nessuno ci bada.

Probabilmente non tutti si rendono conto del fatto che trascorso settembre, l’ippica dovrà fare i conti con un autunno in cui,
azzerate le risorse, il fermo non sarà una protesta o una decisione autonoma ma un evento incontrovertibile che cadrà sulle attività, sui collaboratori, sulle famiglie di tutti gli operatori.

G.R.





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