L’ente avrebbe pagato Teleippica, mentre i premi restano fermi a marzo.

Stavolta ci piacerebbe proprio essere smentiti. Da fonti attendibili ci è giunta voce che l’Unire avrebbe pagato a Teleippica, società legata alle concessionarie per la raccolta delle scommesse sulle corse dei cavalli, i canoni arretrati relativi alla pratica per l’affidamento del segnale tv. Niente di che, se non fosse che lo stesso ente non eroga i premi dal marzo scorso. Urge fare chiarezza: i soldi ci sono o non ci sono? A quanto pare ci sono eccome, ma solo per i soliti, pochi intimi molto appoggiati. Probabilmente gli euro sono conservati in un cassetto diverso da quello perennemente vuoto che porta la scritta “categorie”. La tesi era già stata dimostrata ampiamente dall’affaire personalizzazioni, scusate, “contributi correttivi”. In quel caso le cifre a sei zeri erano spuntate dal nulla in un batter d’occhio e con altrettanta velocità erano finite nelle tasche degli ippodromi “che contano”. In quel caso a smentirci non c’era stato nessuno. Questa volta invece gradiremmo sentirci dire che ci siamo sbagliati e che c’è nell’ippica c’è ancora un minimo di rispetto. Perché parlare di giustizia di questi tempi è pretendere troppo.
Aderisce anche la Lombardia. Importanti adesioni per la protesta sul taglio al montepremi. L’effetto traino continua a farsi sentire: dopo Emilia Romagna, Campania, Marche , Abruzzo, Puglia, Piemonte, Liguria anche gli allenatori e proprietari lombardi hanno dichiarato lo stop alle corse da lunedì 11 agosto. "BASTA con lo strapotere “lobbistico” degli allevatori che da anni manipolano a loro favore le decisioni degli organi e degli enti preposti; BASTA con l’arroganza delle società di corse che si sono viste aumentare le loro provvidenze e che grazie al nostro lavoro introitano fior di milioni restituendo in cambio servizi scadenti; BASTA con le morosità delle società di raccolta gioco che sono debitrici di centinaia di milioni di euro; BASTA con il potere del palazzo: con un’UNIRE inutile, sprecona e fannullona, dagli enormi costi di gestione; BASTA con UnireSat che nell’era della pay-tv e della pay-per-view trasmette gli eventi ippici i cui protagonisti oltre ai cavalli sono i guidatori senza versare un solo euro di diritti televisivi; BASTA con i giri di potere e gli interessi particolari; BASTA sacrifici per le sole categorie. " Tanto vale tagliare i viveri a tutte le componenti del settore. Il montepremi deve essere un problema di tutti. G.R.
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