Tg Comitato 07.08.08 – Montepremi: scossone nel trotto, dilaga la protesta

Data 6/8/2008 20:58:06 | Argomento: Unagt

Dopo Napoli e Cesena sciopera anche Trieste. Seguiranno Padova, Treviso, Montegiorgio, Civitanova e Pescara.


Sarà stato lo scossone provocato dalla diminuzione del montepremi o l’incertezza messa nero su bianco dai numeri e dai segni meno che li precedono. Fatto sta che il trotto nelle ultime ore ha avuto più di un sussulto
La rabbia degli operatori è salita alle stelle e la voglia di alzare la voce sta dilagando come un’onda. Inarrestabile.

Dopo Napoli e Cesena, infatti, anche Trieste ha deciso per il fermo. Mentre Padova, Treviso, Montegiorgio, Civitanova Marche e Pescara ci stanno ancora pensando anche se, dall’aria che tira, già nelle prossime potrebbero unirsi alla protesta: l’intenzione dichiarata è quella di fermarsi.

Fuori dal coro solo qualche vedetta, i soliti tirapiedi che stanno cercando di prendere tempo ma che non trovano alcun ascolto.

Da registrare oggi, intanto, il curioso annuncio di Masini e Gragnaniello su Trotto Turf.
Entrambi ringraziano Buonfiglio (al Mipaf era presente anche Pier Luigi D’Angelo) per l’attenzione e il tempo dedicato loro, ma comunque “persistendo la criticità del momento… hanno ravvisato la necessità di coinvolgere tutte le categorie del trotto e del galoppo invitandole a un incontro presso l’Upt…” . 

Cari signori, per chi avesse perso qualche battuta, guardate che si corre a meno 38% e le parole di Buonfiglio (delfino di Alemanno, il ministro che ha fortemente sostenuto una legge che ha tolto 129 milioni di minimi garanti agli ippici e che aveva dato il via libera a Panzironi per un bilancio con un montepremi di soli 175 milioni) non restituiscono il denaro tolto.

Non
siamo mai stati contrari agli incontri. Né ai dibattiti. Discutere e cercare soluzioni ci sembra la strada più adatta.
Ma c’è un tempo per tutto.  E questo non è proprio il momento di parlare. 
L’ippica non ha bisogno di chiacchiere, di quelle ne abbiamo avute abbastanza. Ora c’è bisogno di decisioni, di obiettivi comuni, di una strategia vincente. C’è bisogno di prendere il coraggio a due mani e ammettere che si è intrapreso la strada sbagliata. C’è bisogno dell’umiltà necessaria a dare un colpo di spugna e ricominciare.
Le chiacchiere le lasciamo a chi non ha il problema di come andare avanti e spera ancora che un incontro possa cambiare la storia.

G.R.





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