Calo del 15,30% per l’ordinario. Meno 11% sul totale. Meno 37% dal 1 agosto.

Ora la crisi è ufficiale, come i tagli al montepremi per il 2008 appena comunicati dall’Unire. I numeri che precedono i segni meno fanno paura ma lo fa ancora di più l’abisso che separa la realtà dal rilancio del settore. Ecco in sintesi quanto comunicato dal palazzo. Un calo del 15,30% del montepremi ordinario che equivale a un meno 11% del montepremi totale (differenziate più ordinarie, più matinée), a un meno 37% dal 1° agosto. Cesena scenda da 69 a 43 mila euro, Milano da 80 a 55 mila, Roma da 80 a 53 mila, Montecatini da 60 a 39 mila. Mentre altri ippodromi dovranno addirittura tagliare i convegni da disputare perché la riduzione non consente di effettuare tutte le riunioni assegnate con una dotazione minima di 30 mila euro.La gente dell’ippica, ancora una volta, si sente presa in giro. Prima le rassicurazioni dei vertici Unire, seguite dalle dichiarazioni di impotenza davanti alla situazione che precipitava. Poi c’è stato chi ha gridato allo scandalo quando, diverse settimana fa, abbiamo preannunciato quello che è avvenuto oggi. Hanno detto che si stata facendo dell’inutile allarmismo. Infine la riduzione del montepremi comunicata a luglio, nonostante nuove rassicurazioni arrivate solo pochi giorni prima. Una riduzione palesemente illegittima, in particolare per le seguenti ragioni: - variazione in meno del montepremi a ¾ della stagione in corso, con gravi danni per proprietari, allenatori, guidatori e allevatori, anche in esito alle più volte conclamate assicurazioni di invarianza del montepremi fatte dal Ministro Paolo De Castro e da Guido Melzi d’Eril; - inaccettabili discriminazioni di trattamento. Le più colpite sono le categorie produttive, rispetto agli ippodromi; - abdicazione anche formale dell’Unire delle funzioni tecniche attribuitegli dalla legge. Infatti è stata demandata alle società di corse la scelta di effettuare giornate di corse e quali giornate; - Errata utilizzazione delle riserve economiche, alcune delle quali assegnate senza fonte contrattuale e discrezionalmente (vedi personalizzazioni); - Per parafrasare un componente del CdA Unire, l’evento storico non è la normalizzazione dei rapporti convenzionali con le società di corse permessi dalle personalizzazioni. L’evento storico è l’affossamento dell’ippica da parte di questo CdA e degli organi politici, di destra, di centro e di sinistra. I segnali sono chiari anche per chi non vuol vedere. Non resta che sperare che da questo difficile momento le categorie possano trarre energia e volontà sufficienti per difendere il proprio futuro e con esso la propria dignità. E’ necessario mettere da parte vecchi dissapori, formulare e sostenere un progetto in grado di tamponare l’emergenza e garantire certezze per il futuro. Ci crediamo poco e se non ne saranno capaci saranno corresponsabili dello sfascio di uno sport e di un settore che dovrebbero essere (soprattutto) cultura e impiego del tempo libero e che ora rappresenta solo delle combinazioni di numeri.
G.R.
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