Tg Comitato 29.07.08: Montepremi: protesta si, ma senza tranelli

Data 29/7/2008 22:14:33 | Argomento: Unagt

In agguato ci sono strumentalizzazioni e giri di potere.


L’indignazione degli operatori è alle stelle, le speranze di un rilancio ormai sono al lumicino, il futuro di 50 mila famiglie si decide giorno per giorno, senza alcuna possibilità di programmazione.
Non ultimo la questione montepremi di cui conosciamo ormai tutti i risvolti. Di motivi per scioperare e avviare un braccio di ferro con Unire e Mipaf ce ne sono in abbondanza. Ma quello che in questo momento sta frenando le categorie  è la storia. La storia che si ripete, quella che insegna a non rifare gli stessi errori, quella che mette in guardia contro i soliti giri di potere.
La raccontiamo a chi non la conosce e la ricordiamo a tutti gli altri.

Nel gennaio 1999 le categorie ippiche diedero vita a un mese di sciopero per la riduzione del 20% del montepremi rispetto al 1998. Riduzione comunicata dall’allora Commissario Unire, gen. Domenico Pisani. Dopo un mese la diminuzione scese dal 20 al 10 per cento.
Le categorie, per la prima volta unite, gridarono al successo.
Ma i veri applausi, a loro insaputa, andavano ai concessionari alla raccolta delle scommesse che strumentalizzarono (e non solo) alcuni vertici delle categorie per i propri interessi. Accadde infatti che il bilancio presentato dall’ufficio amministrativo dell’Unire al generale Pisani si rivelò infondato e il dirigente del comparto amministrativo inspiegabilmente si licenziò.

Ora potrebbe ripetersi la stessa storia e uno sciopero a oltranza potrebbe ottenere effetti contrari a quelli voluti.
Il motivo? Le agenzie ippiche storiche messe a bando a fine mese che fanno gola anche agli investitori stranieri. E come tenere lontani gli euro d’oltre confine se non creando più confusione e instabilità possibile all’interno del settore?
La protesta, sacrosanta e giustificata, degli operatori potrebbe dunque ritorcersi contro gli stessi scioperanti. Ma questo non vuol dire, comunque, restare a guardare.
Sì ad alzare la voce contro il calo del montepremi, ma la reazione dovrà essere forte ed estranea a strumentalizzazioni dei soliti poteri forti.

PANZIRONI ALL’UNIRE, IN CARNE, OSSA E… FASCICOLI

Il fantasma di Franco Panzironi è tornato, ieri, ad aggirarsi tra i corridoi dell’Unire.
E per chi non credeva ai propri occhi la sorpresa è stata anche maggiore perché non era esattamente uno spettro quello che entrava e usciva dagli uffici ma proprio Panzironi in carne, ossa e… fascicoli.

Sì, perché il vecchio Franco è tornato all’Unire, accompagnato dall’ex direttore amministrativo D’Onofrio, non per insediarsi al sesto piano, nel suo vecchio ufficio di Segretario Generale, ma per chiedere l’accesso agli atti per i procedimenti in cui si deve difendere davanti alla Corte dei Conti in relazione alla sua passata attività all’Unire.

Al momento il rischio di un rientro è scongiurato. Ma non si sa mai perché a volte ritornano.
 E sono pericolosi anche senza lenzuola e catene al seguito.

SCUSI, MA LEI AVEVA UN APPUNTAMENTO?

Andare a Roma e non vedere il Papa.
E’ come andare al ministero e non trovare il ministro. E’ accaduto oggi ad Sandro Viani, Isabella Bezzera e Lollo Luciani che si sono recati al Mipaf accompagnati da alcuni componenti del Cda Unire per incontrare Luca Zaia e discutere di montepremi e provvidenze.

Peccato però che il massimo dirigente non era in città ma a Brescia dove ha incontrato gli allevatori lombardi del comparto suinicolo con cui ha pranzato. Al ministero sono stati ricevuti dal Capo di Gabinetto Giuseppe D’Ambrosio e il capo delle Segreteria del Ministro Luca Zaia, Gazzabin.
Per le provvidenze lo spiraglio è aperto ma per il montepremi si sono sentire dire che non c’è trippa per gatti.
La prossima volta non sarà meglio fissare un appuntamento?

G.R.





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