Tg Comitato 10.07.08: Montepremi: allarme rosso

Data 11/7/2008 0:00:04 | Argomento: Unagt

Dal primo agosto il montepremi diminuisce del 15 per cento.

                


Le entrate degli ippodromi (ma rigorosamente solo di alcuni) sono aumentate? Niente paura. L’ingiustizia non finisce qui, perché continuando sulla strada delle “scelte d’autore” si è deciso di diminuire il montepremi.

Ecco, ce l’hanno fatta. Due batoste in un colpo solo. E poi si dice che all’Unire non c’è continuità e che non si persevera.
Si persevera eccome: nei colpi di genio che avvantaggiano i soliti noti.
La caccia agli autori questa volta si blocca in partenza visto che, in pieno stile Melzi, è arrivata al CdA una nota del collegio sindacale in cui si intima di rivedere le uscite di bilancio.
Motivo? Le entrate sono inferiori alle previsioni. Ma và, che sorpresa. Non se n’era accorto nessuno.
Dunque dal primo agosto, e questa sì che è una sorpresa, amara, per tutti, il montepremi diminuirà del 15 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2007.
Anche perché dopo la delibera delle personalizzazioni, mancano ancora più di venti milioni per mantenere il montepremi a quota 218,2 come appostato nel bilancio di previsione.
E l’andamento del gioco finora non consente di prevedere maggiori entrate rispetto al 2007.


“LE SCOMMESSE DELL’IPPICA”
Lettera di un appassionato che condivide critiche e timori

Dal signor Alessandro Grasso riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera.
Un’analisi arguta titolata “ Le scommesse dell’ippica”, da Alemanno a De Castro, da Panzironi a Melzi.

Sono un vecchio appassionato, sia di ippica che di politica, non gioco dai clandestini, amo gli ippodromi, il gioco dei piazzati e le trio, ed ho anche avuto qualche cavallo da corsa.
Da Vostro lettore ho finalmente apprezzato per intero il taglio che avete dato alla vostra seguita rubrica quotidiana, apprezzando l’intuizione di far emergere (con colpevole ritardo, però) le responsabilità di Melzi e di De Castro nello sfacelo attuale del settore.
Alemanno, Abate e Panzironi avevano messo la taglia sull’ippica, depredato il settore con megaconsulenze e trasmissioni di Bruno Vespa (come mai nessun giornale ha sottolineato l’archiviazione del caso da parte della Corte dei Conti? ) per perseguire un’opera di dimagrimento evidente, metà montepremi, metà ippodromi in attività, servizi per gli scommettitori scadenti a percentuali di servizio abnormi.
Era evidente che i mandanti del contratto erano i delegati, allarmati dalla possibilità che un settore florido attirasse seri investimenti stranieri che avrebbero certamente attaccato i monopoli vigenti .
La globalizzazione nell’ippica avrebbe prodotto una realtà diversa e loro non volevano certo rischiare alcunché, dunque meglio perdere qualche soldo oggi che tutta la casa domani.
Se stiamo ancora così, adesso, vista la trasparenza della situazione al momento dell’entrata in vigore del governo Prodi, lo dobbiamo solo a De Castro ed a Visco.
Loro non hanno invertito e stoppato il progetto di distruzione mirata del settore con uomini decisi e motivati, nominando altresì personaggi come Melzi e Soverchia apparsi subito improponibili e senza spirito d’iniziativa.
Il governo che ci lasciato mi è sembrato solo una lunga pausa per sistemare le magagne amministrative di Abate e Panzironi, liquidare pendenze pregresse, deprimere il mercato con iniziative mirate (aumento dell’Iva, montepremi in calo etc) e preparare il terreno all’affondo finale che inizierà dal prossimo autunno, a bando d’agenzie concluso.
Non ci credete? Beh, propongo ai lettori una scommessa (non bisogna mai dimenticare che l’ippica sopravvive solo grazie alle scommesse...): chi mi vuol fare una quota che il prossimo commissario dell’Unire sarà Abate e il prossimo segretario sarà Panzironi risponda a questa mia provocazione su questo notiziario. 
Se la quota sarà ricca mi rifarò vivo

G.R.





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