Il ministro vuole vederci chiaro e convoca anche le categorie. 
Il ministro Luca Zaia vuole vederci chiaro e sta procedendo per gradi deciso a passare i numeri della crisi ai raggi x. Non lo hanno convinto i discorsi di facciata e le ricette salva ippica (che tutto fanno tranne rispettare gli intenti) dei soliti noti. La volontà di una svolta c’è. Zaia ha già fissato una serie di appuntamenti con i rappresentanti delle categorie e i loro consulenti per analizzare i conti e il disavanzo finanziario. Una cosa è certa. Se si tocca il montepremi tutti a casa. Non l’ha detto a Treviso, ma questa sembra la linea del Mipaf. Se si tocca il montepremi tutti casa. Una parola. Forse è il momento di iniziare a ragionare su un settore che ormai – per il poco peso specifico che ricopre nell’economia del paese – necessita di una minore improvvisazione e di norme più dinamiche. Di tutto ha bisogno fuorché di quel che ha: pseudo tecnici, all’Unire e fuori, intenti a coltivare solo i propri interessi, senza una visione globale, con una progettualità estemporanea. Al di fuori delle solite dichiarazioni populiste, che come al solito affrontano il problema in maniera superficiale, finora l’ippica nazionale non ha portato i risultati sperati. Se lo scopo del provvedimento del 3 giugno era quello di invertire il trend negativo della raccolta delle scommesse, fino ad oggi le previsioni di bilancio sono state clamorosamente sbagliate. Prima di ampliare l’offerta giornaliera sarebbe stato meglio intervenire alla radice dei problemi ripristinando, ad esempio, quel senso di giustizia e trasparenza che da tempo latita in tutto l’ambiente. Accettare cavalli con doppia identità è solo uno degli esempi che raccontano quanto sia distante dalla realtà una gestione equa del settore.
G.R.
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