Tg Comitato 05.06.08: autogol doping: l’Unire autorizza il DNA

Data 5/6/2008 22:50:00 | Argomento: Unagt

Ecco la clamorosa decisione che sconvolgerà il sistema dei controlli.


Siamo al paradosso.

L’Unire mette in dubbio se stessa e la propria capacità di verifica delle procedure dell’antidoping autorizzando un cavallo all’esame del Dna: operazione mai accaduta prima e che ha lo scopo di accertare che il campione risultato positivo alle sostanze proibite sia stato prelevato proprio da quell’animale.
La vicenda, che vede protagonisti il dirigente Unire Area Galoppo, Raffaele Marra e Il Cadetto vincitore del Berardelli 2006, è di quelle destinate a fare storia.

Sì, perché tra le tante, inspiegabili incongruenze, uno dei particolari più sconcertanti riguarda il fatto che il trattamento di favore sembra non sia stato neppure richiesto dal proprietario del cavallo.
Trotto&Turf nell’edizione di oggi
(clicca  qui) spara a zero sulla questione definendola “l’ultima follia che riguarda i procedimenti doping”.
Effettivamente il caso de Il Cadetto ora si riverserà come un’onda anomala su tutto l’ambiente, spingendo ogni proprietario di cavalli risultati positivi ai controlli a chiedere la verifica del Dna.

Tra l’altro con una ulteriore, paurosa dilatazione dei tempi.

Accade spesso nei casi di doping che i proprietari, dichiarandosi innocenti nei procedimenti disciplinari, richiedano l’esame del Dna temendo errori nella selezione della campionatura.

Fino ad ora però l’autorizzazione all’esame era stata sempre negata per ovvi motivi: la Commissione di Disciplina non ha mai aderito a tali richieste ritenendo evidentemente non opponibili le procedure eseguite dagli organi Unire.

Mentre per Il Cadetto non solo si è dato il nullaosta, ma la richiesta è arrivata addirittura dall’interno: è stato infatti il dirigente dell’Area Galoppo, Raffaele Marra, a richiedere d’ufficio e addirittura motu proprio l’esame in questione.

Senza
averne competenza (semmai doveva essere la Commissione di Disciplina a muoversi in questo senso) senza avere elementi di particolare spessore se non la mera dichiarazione dell’interessato di non aver somministrato sostanze dopanti. 
Creando dubbi sulla credibilità di tutte le procedure Unire che in questo modo vengono smentite dal comportamento del dirigente.
Non ultimo, operando una discriminazione immotivata rispetto a tutti gli altri incolpati.

Parlavamo di onda anomala.

Ma forse abbiamo sottovalutato il problema.

Qui è in arrivo un vero e proprio tsunami.

G.R.





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