Tg Comitato 27.5.08: Società di corse in guerra per il tesoretto

Data 27/5/2008 23:39:50 | Argomento: Unagt

Spunta lo spettro delle personalizzazioni, alla faccia della crisi.

                     


Piccole società insorgono.

E stavolta lo faranno nella sede centrale.
Accadrà domani alle 14,30 all’Unire dove si prospetta uno scontro coi fiocchi.

A dare il via alle danze sarà la riunione prevista in seguito alla disposizione del Cda del 23 maggio scorso che ha dato incarico al segretario generale di sottoporre alle società in questione un accordo volto alla definizione di tutte le questioni pendenti.

E di problemi, per la categoria, ce ne sono eccome.

A cominciare, per citarne uno particolarmente caldo, dalle personalizzazioni.

Torna alla carica, infatti, lo spettro dei contributi senza corrispettivo.
La materia del contendere, come si legge nella lettera inviata dall’A.N.I. a Sportsman Cavalli&Corse (clicca  qui) sono le elargizioni di denaro pubblico a seguito di … trattativa privata, somme destinate a sole tre Società di corse che peraltro da “sole assorbono oltre due terzi delle risorse disponibili per tutte le Società”.
Torna dunque il fantasma delle “personalizzazioni” previste dal Protocollo d’Intesa del 12 dicembre
(clicca  qui) fra l’Unire e le società di corse, ovviamente solo quelle interessate a dividersi la somma di 10,5 milioni di euro. Provare, anzi leggere, per credere: nella nuova bozza d’accordo quadro formulata dall’Unire per la definizione delle questioni in sospeso compaiono, in uno dei punti, le famose “personalizzazioni”, ovviamente destinate alle solite tre società di corse.
Ora, giusto per confondere un po’ le acque, si chiamano “contributi compensativi”, solo nel titolo dell’articolo però, perché nella stesura sono diventati “contributi aggiuntivi”.
Complimenti al redattore, oppure è l’Unire che deve ancora decidere di che tipo di contributo si tratti?
E’ bene ricordare che le personalizzazioni (o contributi compensativi o aggiuntivi) altro non sono che contribuzioni a cui non corrispondono effettive prestazioni da parte dei sovvenzionati, ma soltanto una sorta di premi di posizione che vanno a somministrare denaro pubblico in difetto di qualsiasi utilità per la pubblica amministrazione, ma soprattutto sono relegati a rango di pura discrezionalità da parte degli organi dell’ente sia sul piano della configurazione giuridica del concetto di ippodromo di rilevanza nazionale, sia sul piano della quantificazione delle somme da erogare sulla base di criteri slegati da parametri, ma fondati solo sul capriccio del pubblico funzionario responsabile.

Intanto in questa lotta intrapresa dalle società di corse, non tanto per ottenere convenzioni che ripecchino criteri di obbiettività e di imparzialità quanto per dividersi il famoso “tesoretto” dei 10 milioni, si dimenticano i mille problemi che attanagliano il settore.

Mercato
dei puledri in picchiata, spettacolo ippico sempre più svilito e svolto in teatri sempre più fatiscenti e inadeguati e, da sfondo, il calo vertiginoso delle scommesse.
E in mezzo?

Le categorie che non pretendono contribuzioni particolari ma solo i propri diritti: protestano per il ritardo del pagamento diretto dei premi, per l’inadeguatezza delle aree tecniche, per una giusta riforma del regolamento doping, il tutto con la mannaia del calo del montepremi che pende sopra le proprie teste.

G.R.





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