Prosegue senza sosta la lotta per rilancio e montepremi.

Montepremi: il clima negli ippodromi resta rovente e prosegue senza sosta la protesta delle categorie che vogliono difendere con ogni arma possibile il proprio futuro. Oggi niente partenti per le matinèe di venerdì (Pescara e Padova) e sabato (Roma, Trieste e Follonica). E si proseguirà così fino a quando non arriveranno segnali positivi e rassicurazioni. Ecco, in proposito, il comunicato pubblicato da Upt, Fipt, Anagt , Unagt e Apigt. “In relazione alle recenti misure adottate dall’Unire in tema di montepremi e doping, le seguenti categorie dichiarano.
In un momento così delicato per l’intero settore, le risposte devono tenere presenti le esigenze di tutti gli operatori, senza particolarismi di sorta. Un processo di risanamento e rinnovamento deve essere il frutto di un accordo globale tra tutte le componenti, di un processo anche lungo ma organico, esito di un’attenta ponderazione dei problemi alla ricerca dei correttivi più adatti. Eventuali misure restrittive dovranno essere spalmate a 360 gradi. La qualità delle corse è indissociabile dalla qualità del sistema che deve essere ristrutturato e rilanciato tecnicamente ed economicamente con un piano capace di esprimere una ricetta in grado di uscire dall’emergenza e dare certezze per il futuro. Le ultime misure adottate dall’Unire invece sono il prodotto di scelte estemporanee che non sembrano né far parte di un progetto globale di risanamento e neanche di un’equa ripartizione dei sacrifici. Il rispetto delle regole e la trasparenza costituiscono ancora un optional. Difformità di giudizio e disparità di trattamento per identici casi una prassi. Sperpero di denaro pubblico una costante. La commissione ministeriale voluta da De Castro evidenziava nel 2006 che l’Unire aveva corrisposto oltre 4 milioni di euro a UnireLab per la ricerca della TCO2 su campioni non idonei o non corrispondenti ai valori reali al momento della competizione. Senza considerare il costo delle analisi, tra i più alti d’Europa. Per non parlare dei costi dell’ente (più di cento milioni annui) e degli ippodromi, che godono di corrispettivi ormai vicini all’importo del montepremi. Questi sono i problemi da risolvere per un’inversione di tendenza che permetta di salvaguardare seriamente l’ippica. Gli altri sono semplicemente slogan pubblicitari. Le argomentazioni sollevate da Upt, Fipt, Anagt, Unagt, Apigt, sono parte integrante e imprescindibile di questo contesto da cui dipende la sopravvivenza del settore. E mai come adesso proprietari e guidatori sono determinati a difendere le proprie posizioni, continuando nell’astensione dei partenti dalle corse differenziate in assenza di risultati tangibili su: - invarianza del montepremi 2008 rispetto al 2007; - ripristino del montepremi delle matinèe a euro 3410; - riforma del doping e conseguentemente del Regolamento doping con l’istituzione di un tavolo di concertazione.” COME SE NON BASTASSE SI MIRA A UN’ALTRA ASSOCIAZIONE
In questi mesi l’ippica non si fa mancare proprio niente. Montepremi a rischio, con le prime decurtazioni già avviate. Malavita che bussa quotidianamente alle porte degli ippodromi tra botte, minacce e intimidazioni. Casi doping nella bufera al centro di trasmissioni televisive nazionali nella totale indifferenza dell’Unire. Un’ Unire che a ogni minima richiesta appare sempre più assente. E da Roma silenzio assoluto. Anzi no. Questa volta, a dire la verità, qualche cosa si è mosso. Ma non nel senso che tutti si aspettavano. Invece di iniziare a discutere seriamente per risolvere uno dopo l’altro i problemi che stanno soffocando il settore, dalle stanze del Palazzo parte la bella idea di fondare una nuova associazione. Per togliere forza a quelle che già esistono? Per concentrare l’attenzione su falsi interessi, distogliendo gli operatori dai veri guai del comparto? Per soffocare la “rivolta degli schiavi” che in questi giorni sta paralizzando le matinèe? Sono domande a cui dovrebbe rispondere chi sta cercando adepti per il nuovo organismo. Persone che nonostante sollecitate più volte sino a ieri si sono tenute alla larga dai problemi del settore e che oggi improvvisamente si scoprono paladini della giustizia. Di quella di pochi. Anzi pochissimi: quella manciata di persone che, cercando di stringere un’alleanza tra trotto e galoppo, riuscirebbero a controllare tutto il settore per consegnarlo nella mani del “burattinaio”, non certo per il bene dell’ippica e dei tanti colleghi che cercano di sopravvivere con trasparenza del proprio lavoro. Ma, nonostante tutto, un piccolo punto a favore (nostro) tutte queste azioni lo hanno prodotto: hanno avuto l’effetto di unire associazioni fino a ieri in lotta (clicca qui). E che oggi si trovano fianco a fianco contro un nemico comune, fatto di indifferenza e malafede. Gli operatori ringraziano. G.R.
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