Tg Comitato 10.03.08: convegno di Napoli: necessita un piano industriale

Data 10/3/2008 21:06:14 | Argomento: Unagt

Le categorie propongono, ma i vertici Unire non convincono.


Dal corrispondente
GIANNI CASTELLUCCIO

Ippica, quale futuro?”.

Se lo sono chiesto una serie di addetti ai lavori invitati dal presidente dell’Upt Francesco Gragnaniello che si sta movendo in questo periodo critico come mai nessun predecessore aveva mai fatto.
Al convegno indetto a Napoli, promosso con il patrocino di Trotto&Turf e del  Rotary Club Napoli Ovest ed ospitato dal Circolo del Tennis, erano presenti il neo vicepresidente del Cda dell’Unire, Generali Filiberto Cecchi, il segretario dell’Unire Guido Melzi d’Eril e i rappresentanti del trotto e del galoppo.
 Moderatore il collega Marco Trentini direttore di Trotto&Turf.

Naturalmente si è accennato al passato, giudicato da tutti negativamente e che ci ha portato all’attuale pericolo di scomparsa dell’ippica.
Sotto accusa è finito anche Melzi d’Eril,  contestato per non aver attuato il programma annunciato al momento della sua nomina a Commissario.

E’ stato proiettato (che vergogna per i protagonisti!) un lungo documentario che partendo dalle promesse e il brindisi alle fortune dell’ippica spudoratamente fatto dal ministro Gianni Alemanno (novello Attila dell’ippica attraverso il suo braccio armato Panzironi), ha mostrato le recenti immagini del ministro Paolo De Castro che si impegnava, a settembre, sull’invarianza del montepremi mentendo, come i recenti fatti dimostrano.

Melzi, che aveva avallato le promesse di De Castro, si è comunque difeso ed ha mostrato notevole capacità politica giustificando il suo operato da Commissario con la presenza della quinta colonna Panzironi come segretario generale.
Ed è stato abile (mancando di garbo) nel passare la patata bollente al generale Cecchi dicendo che lui non ha ormai più poteri decisionali, dovendo limitarsi ad eseguire i dettati del CdA.
La solita tiritera: se la poteva risparmiare. Non incanta più nessuno.
Deve assumersi le sue responsabilità.

Liquidato il passato con vivaci interventi da parte di molti, si è passati alla parte costruttiva.

Tutti sono stati concordi sulla necessità di un programma (pomposamente denominato “progetto industriale”) al quale dovrebbero prendere parte delegati delle varie branche dell’ippica coordinati dall’Unire: a quest’ultima è stato chiesto di riassumere il suo volto istituzionale, abbandonando quello di controparte delle categorie.

Il portavoce dell’Unagt ha nel frattempo chiesto un programma a breve: con quale montepremi correremo da settembre in poi?
Perché l’Unire non dà segnali di cambio di rotta, chiamando ad esempio al tavolo di concertazione per il nuovo regolamento antidoping anche le categorie che dovranno “sopportarlo”?
Perché poi ad un’ipotesi di unione forte di tutte le categorie, non corrisponde un eguale posizione  delle società di corse?
Perché quest’ultime non danno un segnale di distensione, evitando di far pagare i box di transito?
Soprattutto applicando adeguate normative igienico sanitarie.
Qualcuno ha poi espresso dubbio sulla nuova rete Bersani e sulle scommesse di prossima introduzione. Insistendo viceversa sulla necessità di acquisire all’ippica nuovi giocatori attraverso una promozione mirata, intelligente ed “appetitosa”.


La sensazione sul convegno
?
Positiva
per l’iniziativa dell’avv. Gragnaniello, un prezioso acquisto dell’ippica sempre dinamico e propositivo.
Con qualche perplessità (da verificare) per la coesione tra le categorie.

Di attesa, che vuol essere fiduciosa, per l’opera primaria che dovrà svolgere il generale Cecchi, onesto nel non fare promesse circa il montepremi, riservandosi di verificare i presupposti per farle.
Parole che riportano al peccato originale della contestazione.
Perché Guido Melzi d’Eril e Paolo De Castro hanno promesso l’invarianza del montepremi il settembre scorso?

CRITICHE E CHIACCHIERE PER FARE POLITICA

Ma i numeri e i fatti smentiscono volta per volta.

Quando l’impudenza passa ogni limite.
Leggiamo su “Il Giornale” di martedì scorso l’ennesimo capolavoro di Gianfranco Fabbri.
Pura demagogia politica. 
L’Intercategoriale non lesina critiche a Guido Melzi, questa Unire funziona peggio di quella di Panzironi. Ma non è giusto scaricargli le proprie colpe.

Fabbri afferma che dall’arrivo di Melzi le “corse sono aumentate a dismisura”.

Non
è vero.
Le corse erano aumentate a dismisura prima di Melzi.
Panzironi sostituiva ordinarie con differenziate. Melzi nel 2007 ha proposto e deliberato un calendario con  riduzione di 198 convegni di cui 49 ordinari e 149 differenziati.  Per quanto riguarda le corse, nel 2006 ne sono state disputate 22.800,  nel 2007 21.300, con una riduzione di 1.500, pari al  6,6%.
Poi, per favore, per quanto concerne il montepremi, un minimo di ritegno.

Panzironi aveva proposto, nero su bianco, un bilancio preventivo 2007 con un montepremi di 175 milioni, conseguente a una transazione che scontava 89 milioni di canoni tv alle agenzie ippiche. Firmata anche dal suo amico Massimo Passamonti insieme a Maurizio Ughi, Francesco Ginestra, Franco Panzironi e Massimo Temperelli
(clicca  qui).
Lo stesso Passamonti che firma i fondi su “Trotto Sportsman” sotto lo pseudonimo di Nestore.
Forse all’epoca non aveva così a cuore montepremi e destino dell’ippica.

E Cesare Meli, ora di nuovo all’Unire,  era uno dei sindaci che avevano sottoscritto quel bilancio.
Ma, chissà. Magari nel frattempo hanno cambiato idea… I miracoli sono rari ma esistono.
Meno quando riguardano gli ippici.

E in questo caso non basta la ragione: c’è proprio bisogno dell’intervento Divino per scuotere certe coscienze.

Su una cosa, comunque, concordiamo con Fabbri. La 449 (la legge di riordino dell’Unire) deve essere cambiata, ma non nell’interesse di pochi come proposto, ma dell’ippica.
Fabbri, e Passamonti parlano solo di allevamento e di allevatori.
E i proprietari? Il vero motore del mercato: comprano i cavalli dagli allevatori? Dove li lasciamo?

Infine, non ci risulta che Bondi sapesse di aver sottoscritto a Taranto il comunicato a cui si riferisce Fabbri.
Non vogliano essere maligni, ma una conferma dell’interessato metterebbe a tacere tante chiacchiere.

E di chiacchiere l’Ippica in questo momento non ne ha proprio bisogno.
Tanto meno del vocio politico che ha tutti i fini del mondo tranne quello rivolto al bene del settore.
E la considerazione non è affatto casuale.

G.R.





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