La Gazzetta dello Sport oggi (martedì) ritorna sul caso Infinitif (clicca qui), la vicenda del campione del Derby 2007 la cui nazionalità è al centro di ricorsi e polemiche a non finire.
Il caso, che aveva scoperchiato il vaso di Pandora delle false iscrizioni, ha messo in luce un sistema alla deriva in cui, per curare i propri privilegi, in molti cercano di proteggere una sorta di immobilismo cronico che non permette al settore lo sviluppo che merita.
Da qui la totale mancanza del rispetto delle regole. Dirigenti incompetenti, difformità di giudizio, giustizia sportiva inattendibile, corse sospette di aggiustamenti, cavalli con doppia identità, cavalli di dubbia nazionalità, cavalli senza nazionalità.
Michele Ferrante parla di “una cupola che naviga a vista cercando di salvare un castello di carta destinato a crollare il giorno in cui qualcuno privo di interessi nella faccenda deciderà di vederci chiaro”.
Speriamo presto.
Il servizio prende spunto da una circolare (n. 4 , 8 febbraio 2008) (clicca qui), un sorta di inconsapevole ammissione di colpevolezza di chi vuole proteggere Infinitif.
Una confessione esplicita della tardiva iscrizione di Island Dream, madre di Infinitif.
La nota Unire nell’ultimo paragrafo afferma : “Si coglie l’occasione per rammentare, inoltre, che il puledro non può essere iscritto al Libro Genealogico e, di conseguenza, non può essere emesso il documento di identificazione (passaporto) se il proprietario della fattrice non è iscritto all’Albo degli Allevatori di cui all’art. 9 del Disciplinare del Libro Genealogico sopra citato.”
Stranamente, senza sottolineare che la fattrice deve essere iscritta al Libro genealogico del cavallo Trottatore Italiano. Infatti l’art. 9, punto 1 del Disciplinare sostiene:
“E’ istituito l’albo degli allevatori al quale possono iscritte le persone fisiche e giuridiche che a qualunque titolo svolgono sul territorio italiano attività di allevamento con fattrici iscritte al libro genealogico del Cavallo trottatore italiano e adibite alla riproduzione ”-
e il punto 2 :
“L’attività di allevamento delle fattrici del cavallo Trottatore italiano si realizza sul territorio dello Stato Italiano fatte salve le esportazioni temporanee previste dalle Norme Tecniche”
Tutto confermato dal modulo di iscrizione all’albo degli allevatori in cui l’iscrizione della fattrice costituisce il presupposto dell’accettazione della domanda.
“ Il sottoscritto… che svolge attività di allevamento sul territorio con fattrici di sua proprietà iscritte al Libro Genealogico e adibite alla riproduzione…chiede di essere iscritto all’Albo degli Allevatori del Libro Genealogico del Cavallo Trottatore Italiano”.
E’ quindi attività di “allevatore” – iscritto al relativo Albo - in senso tecnico-giuridico, solo quella espletata con fattrici iscritte nel Libro Genealogico italiano espletata sul territorio dello Stato Italiano.
Fattrici che dovrebbero risultare iscritte addirittura al momento della nascita del puledro e comunque tassativamente entro il 31 dicembre dell’anno di nascita del redo, come asserisce l’art. 19 del Regolamento delle corse aggiornato con delibera di Melzi (ancora commissario) n. 38 del 20 luglio 2007.
“ E’ allevatore il proprietario della fattrice al momento della nascita del puledro e come tale è riconosciuto ad ogni effetto, purché iscritto all’albo degli allevatori di cui all’art. 9 del Disciplinare del Cavallo Trottatore Italiano “
Il documento di identificazione (passaporto) di Infinitif è stato inviato dall’Unire alla scuderia Bolgheri Srl unipersonale con raccomandata n. 128235250153 in data 15 giugno 2006 solo dopo che in data 8 giugno 2006, era stata perfezionata dall’allevatore la pratica di importazione della fattrice (vedi lettera 27 maggio 2007(clicca qui) del segretario Anact, Antonio Torciere, a Marco Pittaluga Direttore generale Area tecnica Unire).
Due anni dopo la nascita di Infinitif. Un’esaltazione della trasparenza.
In assenza della norma espressa dall’art. 19 del Regolamento delle corse, l’interpretazione della circolare potrebbe dare adito a confusioni, dubbi e perplessità facendo ritenere possibile l’iscrivibilità all’Albo allevatori del proprietario e della fattrice al Libro Genealogico anche il giorno prima – e magari anche cinque anni dopo la nascita del puledro - del rilascio del documento di identificazione e non al momento della nascita.
Un capitolo quello di Infinitif che doveva essere chiuso da tempo e che invece è ancora inspiegabilmente aperto.
E non ci meraviglieremmo se una commissione non poco politicizzata non rilevasse irregolarità “per non scoperchiare il maleodorante calderone in cui sguazzano uomini e interessi legati alla discutibile gestione del libro genealogico”.
E aggiungiamo per non spezzare quell’equilibrio bipartisan che premette di avere, gestire e dispensare incarichi.
G.R.