MENTRE LE MOTIVAZIONI RESTANO FORTI PER TUTTO IL POPOLO DELL’IPPICA.
Strumentalizzazioni. A volte ritornano. E, guarda un pò, sempre in occasione degli appuntamenti più importanti. E’ il caso della manifestazione del 18 che qualcuno prova a contestare. Prova, ma senza riuscirci perché è dura abbattere motivazioni profonde che nascono dall’esigenza di giustizia, concretezza e lealtà nei confronti di quanti reggono un settore sulle proprie spalle senza guardare in faccia tutti i sacrifici affrontati quotidianamente. E’ dura anche se si tratta di qualche delegato alla raccolta delle scommesse abituato con qualche spicciolo a fare i propri interessi sulla pelle degli altri. Chi prova a gettare fango sulla protesta programmata per lunedì in realtà non ha niente da dire se non riflettere l’immagine speculare del degrado del nostro settore che potrà riqualificarsi soltanto attraverso un cambio di mentalità. E, quindi, di persone. LA LETTERA APERTA RESTA NEL CASSETTO Pier Luigi D’Angelo era sicuro che avrebbe ricevuto una risposta. La sua lettera aperta, rivolta a De Castro e Melzi, l’aveva inviata anche ad Alemanno. Che però dice di non averla avuta. A oggi, comunque, nessuna risposta, un silenzio assordante, in perfetto stile Mipaf e Unire. La lettera era stata pubblicata il 28 gennaio scorso da “Trotto&Turf”, ma visti i risultati D’Angelo ci ha chiesto di ripubblicarla. Lo facciamo volentieri, sperando di rompere la cortina di indifferenza dando voce e spazio a chi non trova altrove la considerazione che merita.
“Lettera aperta a De Castro e Melzi Gentili Signori, una trentennale militanza nell’imprenditoria e nella professione del settore trotto ed in piccola parte anche del galoppo mi consentono, anzi quasi mi obbligano, ad indirizzarvi queste righe, con la speranza di ottenere da parte vostra almeno una seria riflessione in merito. Vi scrivo da una città, Napoli, e da una regione, la Campania, che mai come in questo periodo rappresenta il peggio a livello politico ed istituzionale di quello che un tempo era definito “ II bel Paese“, pur sintetizzandone i pregi e gli storici difetti dei propri abitanti. L’ippica in questo ultimo decennio è andata di pari passo con la crisi istituzionale e politica in atto nella nazione Italiana, pur manifestando ottimi risultati attraverso un grandissimo salto di qualità operato dall’allevamento italiano al trotto ed al galoppo. Tale salto di qualità è stato mortificato dalla “Casta politica” con una progressiva diminuzione delle risorse a montepremi dovuta ad una serie di diatribe politico-amministrative, nelle quali le categorie che dovrebbero essere tutelate ed amministrate al meglio dall’Unire dal Mipaf di concerto (e qui mi viene da ridere) con le Finanze, hanno subito grandi umiliazioni e nessun supporto legislativo incisivo per l’economia del settore. Eccezione fatta per un po’ di elemosina ministeriale per ripianare bilanci dissestati dalla mala-amministrazione dei rapporti con i delegati e con i Monopoli di Stato. In un momento nel quale gli operatori del settore agricolo ovvero gli allevatori si trovano a dover operare scelte di monte e struttura che sono di proiezione a dir poco triennale in rapporto agli investimenti da intraprendere ad horas, si vive l’ennesimo “teatrino del montepremi”. Gentili Signori, ricordandomi e rammentandoVi il medesimo impegno poi disatteso, del passato Governo in termini di bilanci, che ha portato all’allontanamento dell’allora Segretario Unire, mi sembra atto dovuto che l’impegno pubblico verbale, in conferenza stampa da Voi assunto in occasione delle aste 2007, sia rispettato !!! Vi invito inoltre a riflettere sulla necessità del settore di poter contare su risorse certe, così come avviene per il Coni, che da anni ormai ha svincolato il suo sostentamento dalla schedina del Totocalcio, anche alla luce della sempre più agguerrita concorrenza che le scommesse ippiche devono affrontare nel mercato dei giochi per volere dei Monopoli di Stato. In caso contrario, oltre all’inevitabile astensione dalle prestazioni agonistiche del settore, si innescherebbe inevitabilmente, ed a mio avviso in via definitiva, la paralisi degli investimenti e l’inizio se non il prosieguo dei licenziamenti nella filiera ippica. Sarebbe l’ennesima riprova della scarsa incisività della classe politica degli ultimi anni (per dirla con le parole de Presidente Montezemolo) che molto s è preoccupata di se stessa e dei suoi “parentes” e poco dei sudditi imprenditori, operai e semplici cittadini. Per la stima e la considerazione che il settore ripone nelle Vostre Persone, e per la Vostra innegabile professionalità, mi auguro veramente che Vogliate dare in queste ore difficili per il Paese, un chiaro segnale di costruttività e di ottimismo oltre che di serietà !!! Ministero delle Politiche Agricole e Forestali di “concerto” con le Finanze ed Monopoli di Stato, davanti alle decine di migliaia di Lavoratori del settore, si devono dimostrare degni di appartenere alla Nobile Nazione Italiana e non organi fatiscenti della “repubblica delle banane” che per lunghi tratti in questo decennio hanno seppellito il settore ippico sotto una valanga di rifiuti umani.”G.R.
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