Intanto i soliti competenti si divertono con il “taglia e cuci”.

Ancora un pezzo d’autore su “Il Giornale” di oggi, a firma Gianfranco Fabbri. Notiamo con piacere che l’autore non ha aggiunto alla firma del suo capolavoro la qualifica di “consigliere Anact”. Come invece accaduto in altre occasioni. Occasioni che non ci sono sfuggite. In quel caso abbiamo sottolineato “l’errore” e, correttamente, lui ha provveduto alla rettifica. Gliene diamo atto: è una persona a modo. Due ulteriori annotazioni. L’ultima parola sul caso Infinitif non spetta al Consiglio di Stato (è solo l’appello della fase cautelare), al quale la scuderia Trofal Star ricorrerà, ma ancora al Tar per il dibattito sul merito: quello sarà il momento della verità, con una valutazione approfondita dei documenti. E’ bene, infatti, fidarsi dei giudizi dell’Unire, ma non troppo. Non dimentichiamo che l’Ente aveva anche esaminato e ritenuto regolare le posizioni dei cavalli Gastine, Grosbois e Gourmandise, allevati e di proprietà (come Infinitif) della scuderia Bolgheri srl. Ma solo grazie a una nota giunta all’Unire per conto e in nome del signor Athos Lombardini e, soprattutto, grazie all’intervento della Gazzetta dello Sport, si accertò che Gastine risultava iscritta (contrariamente alle disposizioni contenute nel Disciplinare e nelle norme Tecniche del Libro genealogico italiano) nel libro genealogico canadese e gli altri due in quello del cavallo trottatore Usa (tutte e tre con nomi diversi rispetto alla registrazione italiana), gestito dall’Usta speriamo meglio dell’Anact. Cosicché per tali cavalli fu avviato e concluso il procedimento di radiazione dal libro genealogico italiano. Con tanto di denuncia alla Procura delle Repubblica del Commissario Melzi. Se fosse stato per l’Unire, forse scenderebbero ancora in pista e sottrarrebbero soldi ai cavalli veramente italiani. Concludiamo con il riferimento a Light Kronos, vincitore del recente G. Premio Allevatori, che secondo Fabbri non risulterebbe iscritto al libro genealogico 2005. Fabbri richieda i documenti all’Ente, semmai telefoni al collega allevatore per chiarimenti. Se risultassero con le stesse contraddizioni di quelli di Infinitif, evidenzi il caso come ha fatto la Trofal Star, affinché si faccia trasparenza ed emerga la verità troppe volte sommersa per interessi di parte. Il resto sono solo critiche senza fondamento, chiacchiericcio da bar dello sport. O no? BISACCHI: RICONFERMA IN TRASPARENZA
A proposito di trasparenza. Venerdì scorso si è tenuto il primo direttivo della nuova gestione Anact. Presente per l’Unire il signor Aimone Bisacchi, che risulta decaduto quando si è sciolto il vecchio consiglio direttivo e non rinominato dal Commissario. Sarebbe opportuno che l’Unire facesse chiarezza. Anche perché il fatto è stato già più volte segnalato. Ma dall’Ente nessuna nuova. Tutto tace. E il silenzio assomiglia sempre più al vuoto. Tanto che si rischia, una volta o l’altra, di sentire l’eco. DOPING: CAVALLI POSITIVI, MA NON LO DITE A NESSUNO Halling Joy (allenatore Paolo Favero) vincitore del G. P. Merano è risultato positivo alle prime e seconde analisi doping. Peccato che si debba apprendere la notizia dalle agenzie e dalla stampa (estera prima che nazionale) anziché dall’Unire. Il nostro Ente, in base all’art. 14 del regolamento delle sostanze proibite, notifica il risultato delle analisi solo agli interessati, adducendo motivazioni di tutela della privacy (l’ippica è l’unico caso nel panorama dello sport italiano), senza, come riferì la Commissione ministeriale voluta da De Castro, aver proposto “apposito quesito alla competente Autorità”. Un ulteriore segno di scarsa trasparenza e di scarso attaccamento al proprio lavoro. BANDO TV: L’ESITO C’E’, MA NON SI VEDE E a proposito di notizie che si dovrebbero apprendere, fonti attendibili sono state aperte la settimana scorsa le buste del bando tv, pubblicato solo in agosto. Ma sul sito dell’Unire non è stato diffuso alcun aggiornamento sull’esito, né la relativa graduatoria. Come se i nomi dei vincitori dovessero rimanere segreti. Come se, questione di giorni, se non di ore, quegli stessi nomi non fossero destinati a diventare pubblici. Ma tutto questo non meraviglia più di tanto perché è la solita minestra riscaldata in cui ribollono mancanza di trasparenza, scarsa professionalità e gestione amatoriale di un’Unire (Commissario escluso) da rifondare, senza orgoglio, con procedure adottate da Segretario e dirigenti che destano più di un dubbio e di una perplessità. Anche se non si conoscono ancora i nomi dei vincitori, si dà per scontato la riconferma del direttore uscente. Attendiamo di conoscere il resto della squadra. E, soprattutto, i motivi di tutta questa segretezza. G.R.
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