Tg Comitato 5.11.07: Rapimento Equinox Bi, Biasuzzi: sistema marcio, me ne vado

Data 5/11/2007 23:54:00 | Argomento: Unagt

Pesantissime le bordate ai calibri da 90. Necessario un rapido cambiamento di rotta.
Caso Anact
: in arrivo una petizione di
400 allevatori.

                     


Un furto, probabilmente su commissione. E nell’ambiente del trotto qualcuno inizia a tremare.
 Il rapimento di Equinox Bi ha convinto del tutto la famiglia Biasuzzi a firmare il divorzio con l’ippica italiana.
Mentre pesantissime denunce e riferimenti affatto velati a calibri da 90 arrivano forte e chiari dalle interviste rilasciate dagli Stati Uniti dall’ingegnere Mauro, che sta seguendo oltre oceano lo sviluppo delle indagini. “Non ci sono novità, purtroppo - dichiara Biasuzzi allo Sportsman (clicca 
qui) – . Il rapimento di Equinox è un atto clamoroso. Ma non è altro che la punta dell'iceberg, perché in realtà quello che succede sott’acqua lo conosciamo tutti, anche se nessuno ha il coraggio di parlarne e soprattutto di combatterlo. Sopraffatti dalla paura, dalla convinzione che nulla comunque può cambiare”.

Una convinzione che, per fortuna, non scoraggia proprio tutti.
Associazioni come la nostra, ad esempio, non hanno mai smesso di urlare quanto sia importante un rinnovamento, un cambiamento radicale che possa restituire slancio e sicurezza a tutto l’ambiente.
E l’abbiamo urlato perché altrimenti nessuno avrebbe sentito.
Il vento della sopraffazione e dell’ingiustizia, infatti, era ed è tutt’ora molto forte: un rumore assordante, come il silenzio di tutti quelli che non
hanno la forza di reagire.
Non è il caso di Mauro Biasuzzi che esce allo scoperto e 
non
lascia nulla di sottinteso e spara a zero, mirando al cuore del sistema.

Il settore ha voluto questo. Lo ha fatto cominciando tanti anni fa ad aprire le porte a tutti, decidendo che contano solo i numeri.
La parabola discendente è cominciata quando qualcuno si è inventato il contributo a prodotto nato, primo atto di una serie di decisioni assistenzialistiche che hanno portato personaggi deleteri a entrare nel nostro sport”.

E proprio contro quel genere di assistenzialismo abbiamo puntato tutte le armi dell’Unagt, convinti, come Biasuzzi, che, insieme a quei qualcuno, sia proprio quello il male più profondo da combattere.
“Si è proseguito poi su quella strada - continua l’ingegnere - garantendo tutto a tutti, abbassando sempre più il livello globale, tanto che oggi questi personaggi che un tempo erano ai margini dell'ippica, ne sono diventati quasi padroni. O almeno vorrebbero esserlo.
Parlo apertamente di persone colluse con ambienti discutibili, che oggi pretendono di dettare legge e che il settore operi secondo le loro regole.
Un tempo la situazione era diversa, c’erano i grossi gruppi e i piccoli appassionati. Non
bastava quello che succede in corsa, non  basta una giustizia sportiva agghiacciante
, una distribuzione a pioggia di risorse che sembra fatta apposta per stimolare tutto il male possibile. Ora se dobbiamo avere anche la malavita in casa è meglio rinunciare. Ma, ripeto, questo è quello che evidentemente vuole il settore…”.

L’amarezza si mischia al dolore ma, nonostante tutto,
non
riesce a soffocare la speranza: il sogno che, se perdita dev’essere, almeno serva a qualcosa. “A questo punto vorrei che tutto ciò possa servire al settore per capire che è giunto davvero il momento di cambiare. Di avere la forza di espellere le mele marce e quei personaggi che negli ultimi vent'anni ci hanno portato a questa situazione".
Una lotta a senso unico che dovrebbe riunire l’anima pura dell’ippica, quella che
non ha mai smesso di pulsare. Un grande cuore fiaccato da mille attacchi, ma pur sempre motore indiscusso del mondo sportivo.

Fratture, contrasti interni, lotte intestine, per lo più strumentalizzate dai soliti poteri forti.
Tanta fatica per ottenere esattamente il risultato opposto a quello che ci si era prefissati. Le categorie stanno finalmente aprendo gli occhi su uno scenario tutt’altro che invitante.
Come quello offerto, ultimo in ordine di tempo, dal caso
Anact, dove la frattura in atto è scaturita ufficialmente dal tentativo di difendere il premio allevatore nelle matineé (che hanno contribuito molto a trasformare  uno sport e una scommessa di competenza, dove contavano sgambature, genealogie, piste e guida, in una serie di numeri), ma che potrebbe celare altri interessi. 
Rottura causata, come dice Mauro Biasuzzi, da persone che hanno sollevato “ polemiche strumentali usate solo per meschini giochi di potere, per ritrovare una poltrona”. Gli stessiche hanno portato il settore ad un degrado tale dal rendere pericoloso farvi parte”.  
Nel frattempo è in arrivo una petizione di
400 allevatori che chiedono uno spostamento della data delle elezioni e contestano la linea dei consiglieri dimissionari, quelli “delle polemiche strumentali usate solo per meschini giochi di potere”.

G.R.





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