Rispondiamo all’avvocato Sergio Palombarini.
 Daguet Rapide
E’ pervenuta al nostro sito un e-mail dell’avv. Sergio Palombarini, che scrive in nome e per conto della s.r.l. Bolgheri (“caso” Dubois), con riferimento agli articoli apparsi sul sito in argomento nelle date 4.5.9, 5.9.7 e, precedentemente, in data ricompressa tra il 20 e 22 agosto 2007. Si ritiene doveroso riportare, con il dovuto risalto, per intero la missiva dell’avv. Sergio Palombarini (clicca qui). Rispondiamo, al riguardo, che anche secondo noi la presunzione di innocenza sino all’accertamento con giudicato della responsabilità, è principio cardine del nostro ordinamento e dell’intero sistema democratico: nessuno va demonizzato o criminalizzato. Peraltro, in agosto ci siamo riferiti al “caso” Dubois riprendendo una notizia apparsa su La Gazzetta dello Sport del 18 agosto 2007, che di seguito riportiamo: “LEXINGTON: VINCE L' ARPEGE O LARPEGE? LEXINGTON (Usa) - Il trottatore italiano di 2 anni Larpege, allevato e di proprietà di Jean Pierre Dubois, ha vinto al Red Mile di Lexington (con Mike LaChance) in un ottimo 1.13.7. Figlio di Daguet Rapide e Continentalvictory, Larpege è registrato in Italia come L' Arpege (con apostrofo). A prescindere dal quasi certo errore di trascrizione, è difficile comprendere nell' era della globalizzazione l' esistenza ufficiale di un cavallo con due nomi: se venisse portato in Italia cosa accadrebbe?” Per gli altri due articoli, ci siamo peraltro riferiti al “caso” Dubois, semplicemente perché ce ne risulta l’apertura per un esposto effettuato alle competenti Autorità: un “caso” dunque, che magari finirà con decreto di archiviazione, ma pur sempre un “caso”. G.R.
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