Tassare le società sui loro margini lordi e non le singole scommesse.
Oggi alla Camera nel corso delle varie Audizioni sono stati sentiti i vertici italiani di Betfair società leader a livello mondiale nel settore dello scambio scommesse. Secondo gli esperti della compagnia inglese, l'Italia dovrebbe cambiare il suo sistema di tassazione nel settore dei giochi facendo gravare l'imposta non più sulla singola giocata, ma sul margine lordo del concessionario (clicca qui). In questo sistema l'erario potrebbe ottenere addirittura 400 milioni di maggior incasso. Ora è chiaro che la compagnia potrebbe aver fatto questa proposta tanto per tirare l'acqua al suo mulino, ma è altrettanto ovvio che un'analisi attenta del fenomeno non guasterebbe e forse porterebbe a scoprire che lo Stato, e alla fine anche l'ippica, guadagnerebbero molto di più senza contare che una minor imposta sulle singole giocate favorirebbe la competitività delle scommesse ippiche che oggi sono gravate da una tassazione a dir poco iniqua. Uno dei compiti dell'Unire prossimamente sarà quello di mettere mano al sistema delle scommesse e proprio alla sua tassazione. Certo anche in questo caso ci saranno quelli che freneranno, ovvero i grandi concessionari, Snai e Sisal in testa, che guardano solo al loro orticello italiano e cercano di proteggerlo in tutti i modi rifiutando il confronto internazionale con gli altri operatori: troppa fatica e necessità di aguzzare l'ingegno per essere competitivi. Ma se vogliamo realmente crescere dobbiamo prendere ad esempio i paesi più evoluti per quel che riguarda l'architettura delle scommesse e non c'è dubbio che l'Inghilterra sia tra questi. Ebbene il governo di Londra tassa i bookmakers sugli utili e non gli scommettitori sul montepremi. Da quando è in vigore questo sistema il volume delle scommesse è aumentato in maniera importante. Nessuno si chiede come mai? G.R.
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