Sette concorrenti, sei importati o stranieri, la nostra ippica “brucia” i sui prodotti migliori.
Filipp Roc
Questa sera Firenze propone una bella serata di corse con le due sessioni dell’Etruria (quella Open e quella riservata alle sole femmine, ma soprattutto con il premio Duomo da sempre prova di spicco del calendario fiorentino di trotto.
Belle corse, dicevamo, ma con una pecca.
La presenza di un solo indigeno, Filipp Roc al cospetto di sei stranieri tra importati e soggetti che arrivano espressamente dall’estero.Una situazione che spinge a una riflessione.
Di chi è la colpa se stentiamo a produrre cavalli italiani in grado di confrontarsi nel circuito dei free for all?
Di una programmazione che mette a disposizione troppi soldi a 2, 3 e 4 anni?
Della voglia del “tutto e subito” dei nostri operatori?
Di un’Unire che negli ultimi anni ha appoggiato troppo la politica allevatoria moltiplicando le corse per i più giovani tralasciando di attribuire importanza anche dal punto di vista dell’immagine alle corse per gli anziani?
Il dibattito è aperto e probabilmente non esiste una verità assoluta, ma certo è che stringe un po’ il cuore il vedere il solo Filipp Roc cercare di contrastare gli “invasori”.
Per il momento non ci rimane che fare il tifo per il simpatico allievo di Davide Nuti. Un consiglio?
Un qualcosa di tricolore sul sulky…
G.R.
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