L’ex ministro attacca Melzi senza sapere quello che dice. Il Ministro impone la proroga fino al 2 febbraio. Secondo le ultime voci c’è lo zampino delle agenzie. 
Sulla Gazzetta dello Sport di questa mattina (lunedì) è stata pubblicata (clicca qui)una lettera dell’ex ministro del Mipaf Gianni Alemanno, indirizzata a Guido Melzi, la cui risposta verrà pubblicata domani. E non dovrebbe essere difficile ribattere gli sproloqui di Alemanno che accusa Melzi di non aver riscosso i minimi garantiti, escusso le relative fideiussioni (compiti per legge non dell’Unire, ma delle Finanze) e di aver indebitato fortemente l’ente. Alemanno dimentica che Melzi è stato commissario dal 28 gennaio 1999 al 15 gennaio 2001 e quindi non per l’intero periodo 1999-2001. E gli sfugge che le agenzie ippiche (per il bando del 1999) sono state tenute a pagare i minimi garantiti (che andavano pagati in quanto legge) al ministero delle Finanze (specificamente a Sogei) dal primo gennaio 2000 e che la convenzione tipo per l’affidamento dei servizi relativi alla raccolta delle scommesse (pubblicata nella Gazzetta ufficiale del 22 aprile 2004) stabilisce (clicca qui) che il ministero delle finanze verifichi “l’andamento delle quote di prelievo versate nell’esercizio precedente in relazione all’obbligo del pagamento del corrispondente minimo garantito”. Di conseguenza Melzi, all’Unire sino al 15 gennaio 2001, non poteva sapere se i concessionari avevano pagato i minimi garantiti. Concessionari che, in caso le quote versate nell’esercizio precedente fossero risultate inferiori al suddetto minimo garantito, dovevano “versare il relativo conguaglio entro il secondo semestre del medesimo anno”. Particolari anche questi sfuggiti all’ ex ministro. Che non sembra nemmeno ricordare che l’indebitamento dei bilanci citati è da riferire ai bilanci del 2002 in poi, in quanto i consuntivi 1999, 2000 (peraltro deliberato l’8 giugno 2001 - quindi non firmato da Melzi – e certificato dal Mipaf nel 2002, in piena gestione Alemanno ), 2001 presentano avanzi patrimoniali (44,5, 103,4, 41,4 milioni di euro). Nel 2002 si passa da un avanzo di 41 milioni a un disavanzo di circa 77 milioni di euro. L’effetto della strana coppia Alemanno – Panzironi iniziava a farsi sentire. Niente da fare. Dovremo attendere fino al 2 febbraio per sapere se Franco Panzironi ci farà veramente il piacere di togliere il disturbo. Il ministro Paolo De Castro avrebbe infatti ricordato a Guido Melzi la promessa di proroga fatta a Panzironi per la sua memoria difensiva fino al 2 febbraio. Nonostante Panzironi, invece di produrre le sue controdeduzioni alla procedura di licenziamento, abbia pensato bene di depositare un ricorso al Tar contro la relazione ministeriale e l’avvio di revoca della sua “contestatissima e insostenibile” nomina. Gesto che sembrava avesse indotto il ministro a ritornare su i suoi passi, salvo il ripensamento di oggi. A questo punto non possiamo non pensare che esistano giochi politici che impongono determinate protezioni, sulle teste di Melzi e sulla nostra. L’ultima voce riguarda la nefasta influenza delle agenzie ippiche, che pretenderebbero un garante (non vogliamo crederci, ma se fosse vero, ci pensate !) dei loro interessi all’interno dell’Unire e non vedrebbero di buon occhio Melzi: hanno già ricorso contro la sua nomina. Teniamoci pronti a qualsiasi tipo di azione, compresi i cavalli in piazza davanti al Ministero. G.R.
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