Il contratto di affitto dell’ippodromo scade a fine 2007 e l’impianto è già stato quasi abbandonato.

Dal 2 gennaio l’ippodromo di Firenze sarà costretto ad iniziare le corse alle 13.30 circa e a terminarle in tempo utile per non dover utilizzare l’impianto di illuminazione che non è in regola con le norme richiesta dall’Unire (clicca qui). Scadrà infatti la proroga che consentiva di programmare ugualmente le corse sotto le luci. L’impianto delle Mulina richiede un potenziamento di non difficile realizzazione, ma la società che gestisce l’ippodromo non sembra intenzionata a procedere, nell’ambito di quello che appare un graduale abbandono a sé dell’impianto. La situazione generale è infatti drammatica. Le scuderie cadono a pezzi e un po’ tutto viene trascurato. Ciò avviene perché il contratto di affitto scadrà a fine 2007 e pare quindi evidente che la gestione non abbia interesse ad investire ancora. Una piazza come Firenze non merita tutto ciò, perché rappresenta un pezzo di storia dell’ippica. L’attuale amministrazione non è sicuramente all’altezza, avendo preferito dirottare le proprie risorse su altri ippodromi del gruppo. Non è questa l’imprenditorialità che ci vuole in un’ippica che desidera tentare il rilancio e problemi simili riguardano anche Follonica e Grosseto. Ecco il comunicato dell’Intercategoriale sulla situazione fiorentina “Upt, Fipt e Unagt, prendono atto dell’anticipo alle ore 13.30 circa dell’orario di inizio corse all’ippodromo “Le Mulina” dal primo gennaio 2007, a causa del mancato adeguamento, richiesto dall’Unire sin dal 2002 con nota prot. 00341/For7U del 29.5.2002, dell’impianto di illuminazione agli standard contenuti nella delibera commissariale “Prescrizioni tecniche minime per impianti ippici esistenti”. In considerazione dei notevoli disagi che tale decisione provoca ad operatori, pubblico e scommettitori, le scriventi associazioni sollecitano la Società di gestione a porre in atto i necessari interventi di ristrutturazione per il proseguo dell’attività ippica durante i mesi estivi, al fine di non penalizzare ulteriormente gli operatori, mantenere i posti di lavoro delle maestranze della società e restituire all’ippodromo fiorentino un’immagine degna della sua centenaria tradizione”. G.R.
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