Una provocazione da parte di un lettore innesca un dibattito di grande attualità sul livello delle corse e sulla trasparenza.

Abbiamo ricevuto una e-mail da parte del signor Antonio Pettine di Sulmona, che volentieri pubblichiamo. “Ho letto l'articolo da voi riportato, in riferimento alle corse virtuali è vero che dette corse porteranno un ammanco alle corse ippiche aumentando quindi la crisi che vi è nell'ippica, ma è anche vero che con le corse virtuali si vedrà finalmente lo svolgimento di corse oneste, in questo caso è vero che ci rimette l'ippica, ma ci guadagna lo scommettitore. Distinti saluti Antonio Pettine.” Caro signor Pettine, la sua provocazione ha purtroppo fatto centro, nel senso che mette in evidenza lo stato pietoso del nostro sport. Le colpe vanno distribuite fra tutte le componenti, ma il peccato originale è senza dubbio la drammatica gestione dell’Unire di questi ultimi anni, che ha via via impoverito il prodotto corsa dal punto di vista tecnico e dal punto di vista della trasparenza. Le corse sono sempre meno appetibili perché il sistema si è sempre disinteressato della qualità e nello stesso tempo non ha mai fornito i necessari supporti di trasparenza. Alludiamo soprattutto alla mancanza di competenze specifiche delle Aree tecniche, all'impreparazione di molti funzionari, alla giustizia sportiva quasi inesistente, che ha probabilmente indotto molti a viaggiare fuori dalle regole con la certezza di restare impuniti. Rifondazione, una credibilità da recuperare. Caro signor Pettine, lei ha perfettamente ragione, procedendo nella direzione indicata dalla vecchia Unire diventeremo peggio delle corse virtuali.
Forse lo siamo già.
G.R.
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