Su Il Giornale il re degli ex si trasforma in opinionista e si chiede perché De Castro non smentisce la Gazzetta sulla grave crisi e sul montepremi a rischio -60%. Glielo diciamo noi perché.

Ci eravamo ripromessi di evitare considerazioni sulle performance di Tino Cazzaniga su “Il Giornale”, ma il principe degli ex a volte ci costringe a fare delle eccezioni per il livello altissimo delle sue considerazioni. Lasciamo perdere, sull’articolo uscito oggi, quelle sulle scommesse su internet e quelle su presunte assegnazioni di cariche all’Unire dettate unicamente dal livore per essere giustamente rimasto fuori dai giochi. D’altronde non riusciamo a capire come potrebbe pensare di entrare in gioco una persona che fino a ieri affermava che l’ippica era fuori dal tunnel e che oggi invece prende per buona la teoria della crisi. Ma lo fa fino a un certo punto, perché quando c’è da confermare le cifre denunciate da un quotidiano nazionale (La Gazzetta dello Sport) allora Cazzaniga si tira indietro. E lo capiamo benissimo visto che è corresponsabile dello sfascio in qualità di vassallo di Panzironi. Si domanda, il caro Tino, come mai il ministro De Castro non ha risposto a quanto affermato dalla Gazzetta e cioè che il montepremi del 2007 rischia di diminuire del 60%. La risposta proviamo a dargliela noi. Il ministro non ha risposto perché i dati sono veri e non perché la Gazzetta ci è simpatica. Semplicemente perché sono scritti chiaramente nei bilanci e deducibili dalla relazione della commissione parlamentare disponibile sul nostro sito e la cui pubblicazione lo stesso Cazzaniga chiese a gran voce come unica prova accettabile del buco dell’Unire che ormai ammonta a centinaia di milioni. Deduciamo quindi che per Cazzaniga e per l’estensore degli articoli da lui firmati, i bilanci siano comprensibili come l’arabo. Purtroppo non è colpa nostra, caro Tino. Prendi delle ripetizioni (anche di arabo già che ci sei) e magari ripassa. G.R.
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