Tg Comitato 20.8.06: le prove degli 89 milioni scontati alle agenzie

Data 22/8/2006 23:34:00 | Argomento: Unagt

Ecco gli attestati, nero su bianco, della diabolica transazione di 89 milioni  a favore delle agenzie ippiche per l'utilizzo del tv dell'ippica.





Purtroppo ne abbiamo viste di tutti i colori dal settembre 2002, quando all'Unire iniziò l'era del ministro Gianni Alemanno (Politiche agricole) e del suo braccio armato Franco Panzironi, l'intoccabile segretario dell'ente che governa l'ippica.

Abbiamo visto, soprattutto, un crollo verticale della situazione economica e una dirigenza Unire che ha sperperato molto (lavoro interinale, talk show, consulenze, bandi costosi come gli 800.000 euro per la vigilanza), ma non si è interessata di rientrare in possesso delle centinaia di milioni di euro di debiti accumulati dalle agenzie ippiche, che avrebbero potuto rimettere l'auto in carreggiata.

Il presente, purtroppo, è sempre la solita musica, sotto forma di un tentativo due volte incredibile (stiamo parlando di un ente pubblico) di favorire i signori delle scommesse, il cui datato potere sul mondo delle corse ha gradualmente logorato l'intero sistema, spesso con la complicità di parte delle stesse categorie ippiche.

Le agenzie ippiche, infatti, gestiscono la TV delle corse di proprietà dell'ente, ma non hanno mai pagato (dal 2000 al 2005 compreso) il previsto canone per una cifra pari, al 1 gennaio 2006, a 86,2 milioni di euro, quasi un terzo del montepremi annuo attuale. Ebbene, con una manovra a dir poco spericolata, a partire dal 2004 un gruppo formato dal ministero delle Politiche agricole dell'epoca, da dirigenti dell'Unire e da rappresentanti degli assuntori del gioco ha lavorato per tranciare il debito con effetto retroattivo, incidendo su cifre che sono state  messe nel bilancio 2006  per 100,575 milioni di euro, per uno sconto di 89 milioni.
Ma anche tolte e rimesse nei bilanci precedenti senza giustificazione, nella più totale anarchia contabile, come sostenuto dal Comitato di Crisi nella conferenza stampa del 21 febbraio 2005. Nell’occasione Panzironi dichiarò a Nicola Melillo  (Gazzetta dello Sport), a proposito dello storno dal bilancio di previsione 2004, di 25 milioni di crediti vantati dall’Unire nei confronti delle agenzie ippiche  “ …E per quanto riguarda i diritti tv c’era stata una sopravvalutazione, per cui ora, dopo aver stabilito la congruità del valore, sappiamo  quanto dovuto e passeremo all’incasso
(clicca  qui). 
Non
è chiaro a quale incasso si riferisse, se è vero che i 15 milioni del 2004 (meno 25 rispetto al consuntivo 2003) diventano addirittura 5,1 nel 2005, per risalire a 86,2 nel 2006 e, addirittura, a 105,5, sommando 14,3  milioni del canone per l’anno in corso  (clicca  qui).  

La Gazzetta dello Sport di sabato 13 us
(clicca  qui) è tornata sull’argomento e con un esauriente articolo di Michele Ferrante ha sottolineato il megasconto alle agenzie, che per essere applicato deve essere ratificato dai ministri De Castro ( Mipaf) e Visco (Finanze).
Non pensavamo si potesse giungere a tanto, ma  letti gli atti di cui parla il giornale rosa, abbiamo alzato le mani.  Il diabolico disegno parte il 18 maggio 2004 quando Franco Panzironi (Unire), Massimo Passamonti (Sagisport), Maurizio Ughi e Francesco Ginestra (Snai) alla presenza di rappresentanti del Mipaf sottoscrivono un primo Protocollo D’Intesa, che abbassa il costo per l’utilizzo delle immagini delle corse da 14,3 a 1,5 milioni annui
(clicca  qui). 

A metà 2004, e quindi dopo ben 4 anni di somme pagate alle società affidatarie della gestione del segnale TV e crediti non riscossi dalle agenzie per canoni TV, l’Unire, nonostante i solleciti di riscossione della Corte dei Conti, dichiara di avere scherzato, e che i canoni devono essere concordati con le agenzie
. Situazione però incompatibile col decreto ministeriale del 1999 (clicca  qui) che lasciava all'Unire la facoltà di stabilire l'importo del canone previa approvazione dei Ministeri agricolo e delle Finanze e ai fruitori solo la possibilità di accettarlo o meno.
Ma niente paura, basta cambiare il decreto e in questo senso si muove il Capo Dipartimento Mipaf Giuseppe D'Ambrosio (che ha firmato anche la comunicazione d’inizio delle procedure per la revoca del mandato da Presidente Unire a Antonio Matarrese ) che il 27 ottobre 2004 si impegna per iscritto a  proporre ai Monopoli di Stato la sostituzione del disposto dell'art. 4 del decreto del 1999 (firmato De Castro – Visco) con uno consono alle nuove esigenze (clicca  qui)
, ovvero la transazione dei debiti relativa al protocollo d'intesa del 2004.

Traguardo
quasi raggiunto, invece, il 21 febbraio 2006, col nuovo decreto proposto dall’Unire e D'Ambrosio e firmato Alemanno - Tremonti (clicca  qui). L'addebito ai concessionari è limitato ai soli costi relativi all'utilizzo delle infrastrutture necessarie per la trasmissione e la diffusione del segnale televisivo già elaborato dalla regia centrale Unire.
L'Unire a questo punto concorda i nuovi canoni Tv per gli anni 2005-06 e sigla il 21 giugno 2006 un nuovo Protocollo D'Intesa (firmatari i soliti Panzironi, Ginestra, Ughi, Passamonti affiancato da Massimo Temperelli), che fa riferimento, per gli anni 2000-2004, al Protocollo del 18 maggio 2004 e stabilisce in 3,936 milioni il costo del canone per gli anni 2005-2006, dando vita ad una scandalosa transazione retroattiva, che costa all'Unire qualcosa come 89 milioni di euro (clicca  qui)
.


Tutto questo è legale? L’Intercategoriale e Federippodromi si sono ripromesse di dare mandato ai propri legali per verificare se esistano gli estremi per un ricorso, in ogni caso è lampante la filosofia con cui si è agito, per favorire sempre e soltanto i soliti noti, che non hanno pagato da una parte e dall'altra hanno sempre incassato dallo stesso ente (l'Unire).


A Montegiorgio di scena il G. P.  Marche e il Filly. Nel clou la spuntava Ghiaccio del Nord  (R. Vecchione) su Gorniz (E. Bellei) e Guendalina Bar (M. Smorgon). Nel Filly  Gemon Sharl Sm (R. Andreghetti) in open strech aveva ragione della leader Guendaline (Marc. Mattii), a cui aveva dato via libera.


G.R.





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