Attilio D’Alesio e Stefano Meli i nomi nuovi. E intanto le scommesse calano.
 Attilio D'Alesio
Ormai non dovrebbe mancare molto alla costituzione della nuova Unire. Sale la febbre e aumentano i nomi dei possibili aspiranti alle poltrone. La prima ondata ci ha regalato i nomi di Giuliani, Morsiani, Baldarelli e Melzi, la seconda manda in orbita Attilio D’Alesio e Stefano Meli. Il primo è direttore della Labronica Corse, in aspettativa da quando è stato nominato assessore allo sport. E’ stato amministratore delegato di Ariston servizi sino al 2002 (ultimo Cda composto da D’Alessio, Maurizio Ughi, Gaetano Papalia e Nino Cascio, con quest’ultimo spesso e volentieri isolato), è uomo di spicco dell'Uni (nella cui sede risiedeva la direzione dei Verdi) ed amministratore delegato di Ippodromi e Città, con delega per Siena e gli ippodromi fiorentini. Inoltre ricopre la carica di assessore allo sport del comune di Livorno, carica dalla quale, secondo il quotidiano "Il Tirreno", potrebbe dimettersi per accedere all'Unire. D’Alesio sarebbe inoltre sponsorizzato dai Verdi ( presenti al Mipaf con il sottosegretario Stefano Boco) di Pecoraro Scanio (Ministro dell'Ambiente), vicinissimo a sua volta a Gaetano Papalia, presidente Uni e di Ippodromo e Città. Non si può dire che questo signore non abbia appoggi. Lo stesso vale per Stefano Meli, personaggio che (si dice) sarebbe gradito anche a Snai e a Franco Panzironi. Meli è direttore dell’ippodromo di Pisa e sembra vicino alla corrente della Margherita che fa capo a Ermete Realacci, notoriamente in buoni rapporti con i vertici uscenti dell’Unire. Un bel quadretto, non c’è che dire. Iniziamo a sospettare che alla fine la nuova Unire non sarà molto diversa da quella vecchia. Ci auguriamo di sbagliarci. Una nuova dirigenza dell’ippica priva di idee veramente innovative nell’interesse degli ippici, probabilmente infliggerebbe il colpo di grazia al settore. Chi parla sempre a vanvera ci definisce dei “gufi”, ma la nostra intenzione è invece quella di tenere alta la guardia, per la nostra sopravvivenza. Purtroppo il volume delle scommesse continua inesorabilmente a scendere. Al 29 maggio 2006, le scommesse ordinarie, comprensive di vincente ed accoppiata nazionali, segnano un meno un – 2,77% rispetto al corrispondente mese 2005. Migliore il movimento delle due tris, ferme però ad un +2,89%. Il movimento globale (ordinarie, Tris Quartè e Quintè) segna un + 5,71% rispetto al 2005 e addirittura un + 0,38 se paragonato al 2004, anno in cui non c’erano le nuove scommesse al totalizzatore. Il bilancio di previsione per l’anno 2005 prevedeva (clicca qui), ottimisticamente, un prelievo sulle scommesse in crescita del 4%, rispetto ai dati consuntivi 2004 e per il biennio successivo un progressivo incremento del prelievo nell’ordine del 5% per il 2006 (+ 9% rispetto al 2004) e di un ulteriore 4% (+13% rispetto al 2004) per il 2007 . Considerando che nel 2005 rispetto al 2004, le scommesse hanno registrato un calo del 5,69% per circa 23milioni di prelievo persi, per rispettare tali previsioni dovremmo viaggiare su un aumento del 14%. Previsioni rivelatesi fantascientifiche e l’attuale trend a fine anno non riuscirà neanche a garantirci il montepremi uguale al 2005. Per questo non c’è più tempo. Subito una nuova Unire, diversa da quella di Panzironi, che pensa solo ai matinèe, al lavoro interinale e ai talk show da 100.000 euro l’uno. G.R.
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