Morsiani, Giuliani e Baldarelli: tanti candidati e poca chiarezza. Ravenna perde definitivamente 12 giornate di corse e l’Emilia Romagna 46 convegni in due anni.

Entro 15 giorni il mistero della nuova guida dell’Unire dovrebbe essere svelato. Per il momento c’è soltanto una gran confusione, soprattutto all’interno dei Ds, che guidano la corsa verso la massima carica dell’ente. Una confusione che sembra mettere in evidenza un conflitto interno tra varie correnti. La candidatura di Morsiani o Giuliani (sono due alleati di ferro) ha diversi lati oscuri. E’ per esempio promossa da Tino Cazzaniga, che è probabilmente l’anello di congiunzione con la vecchia Unire che tenta disperatamente di salvare una fetta di potere all’interno di quella nuova. Ma non sembra che questi due nomi abbiano un adeguato profilo per poter ambire ad una carica così delicata ed importante. E’ probabile quindi che dietro questa cortina fumogena si celi il vero concorrente, che è poi quello con cui i Ds avevano lanciato la loro candidatura. Stiamo parlando naturalmente di Francesco Baldarelli, stranamente sparito dalla circolazione dopo una serie di proclami convinti e non privi di buone intenzioni. Qualcosa si deve quindi essere rotto nei meccanismi di lancio del subcommissario. Ci sarebbe chi gli rimprovera di non aver fatto nulla per evitare la cacciata di Antonio Matarrese, in accordo con Alemanno e Panzironi, e c’è chi gli rimprovera anche, ma questo ci rifiutiamo di crederlo, di voler conservare un, seppur minimo, legame con la vecchia Unire, il giorno in cui dovesse diventare leader di quella nuova. Questa la situazione, che speriamo verrà chiarita al più presto, perché la nuova ippica ha bisogno di ripartire con delle certezze e senza i personaggi che l’hanno condotta alla rovina. Le 12 giornate (6 ordinarie + altrettante differenziate) perse da Ravenna nei mesi di aprile e maggio, a causa di inagibilità dell’ippodromo, non verranno recuperate, nonostante le assicurazioni del segretario generale Unire. La società dell’ippodromo di Ravenna lo ha comunicato alle categorie emiliano romagnole, che negli ultimi due anni hanno perso complessivamente 46 convegni, tolti agli ippodromi di Bologna, Modena, Ravenna e Ferrara. Non serve alcun commento per evidenziare l’iniquità di tale pianificazione, tesa a distruggere l’economia ippica dell’Emilia Romagna, culla del trotto italiano. Ecco la vera strategia di Panzironi per fare quadrare i conti. G.R.
|