Pressioni per coprire casi riguardanti gli amici, per fortuna non si tratta della nostra ippica.
Per fortuna la nostra è un’ippica pulita, dove tutto funziona alla perfezione. Il montepremi è adeguato, le corse sono belle e spettacolari e le tribune degli ippodromi piene di gente. E funziona benissimo anche l’antidoping. Unire Lab fa il suo dovere e soprattutto non subisce alcuna pressione dai vertici. Nessun tentativo di copertura o di insabbiamento tanto per intenderci.
Per fortuna la nostra ippica non è come quella di un Paese lontanissimo, dove tutto invece non funziona, compreso il sistema antidoping. Anche in quel Paese i laboratori di analisi lavorano in modo impeccabile. Non sono impeccabili invece alcuni personaggi che gravitano sopra le teste di chi ogni giorno fa il proprio dovere. Veniamo a sapere che in quel Paese molto lontano i responsabili politici del sistema antidoping fanno pressione affinché alcuni casi riguardanti amici o amici degli amici non vengano pubblicizzati, confidando in questa segretezza per poter poi aver la possibilità di risolvere favorevolmente il caso, magari con qualche altro appoggio, presso gli organi disciplinari. E pensare che in quel Paese lontano i personaggi che usano metodi così scorretti, si stanno candidando a ruoli di primissimo piano nel nuovo assetto politico di quell’ippica così inguaiata.
E questo, pensano in molti, anche contro le direttive del loro leader, che ha più volte manifestato l’intenzione di ristrutturare il sistema all’insegna della trasparenza e della collegialità. Quei signori così arroganti non sanno però che alcuni vertici di categorie ippiche, che contrastano la loro linea comportamentale e politica, sono in possesso di una lista con tutti i casi di doping in questione, intenzionati a pubblicizzarli qualora scoprissero anomalie nelle procedure.
Per fortuna noi non siamo conciati in questo modo. G.R.
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