Tg Comitato 8.5.06: l'Unire non vuole un'ippica trasparente

Data 8/5/2006 20:56:20 | Argomento: Unagt

Mezzi e uomini per controllare ci sono, ma l'ente diretto da Panzironi ha sempre tollerato inciuci e irregolarità.




Alcuni giorni fa, in seguito ad un'operazione della polizia dei giochi contro il doping e sospetti di corse truccate, il segretario generale dell'Unire Franco Panzironi stupì tutti con questa dichiarazione (clicca  qui) ad un'agenzia di stampa (Adnkronos):

"Per far fronte all'emergenza criminalità sarebbe indispensabile garantire maggiori controlli all'interno degli  ippodromi, ma oggi noi come Unire non abbiamo purtroppo i numeri, i mezzi per soddisfare questa esigenza: ci manca il personale, siamo da tempo afflitti da carenza di organico, e, soprattutto, ci mancano le risorse economiche necessarie ad attivare i controlli".


In quelle poche parole erano contenute un'incredibile numero di falsità: in ogni ippodromo, ogni volta che si corre da due anni a questa parte, sono operativi dai 13 ai 15 funzionari pubblici nominati dall'Unire, incaricati di pubblico servizio (con tutti i relativi poteri e obblighi, compreso quello di esercitare la sorveglianza "nell'intero recinto dell'ippodromo"). Quindi un numero ampiamente sufficiente per tutelare la trasparenza dello spettacolo e segnalare eventuali anomalie alle autorità competenti.
Panzironi si dimenticò anche di ricordare che il personale impegnato era stato praticamente raddoppiato, con un ulteriore aumento di spese (milioni di euro) a carico dell'ente, e alla luce di tutto ciò è difficile comprendere simili lamentele. 
Ma ulteriori elementi in nostro possesso ci inducono alla considerazione più grave. Qui non si tratta di numeri, non si tratta di aumentare il personale per migliorare il controllo. Deve esistere una reale volontà di trasparenza e regolarità, un costante impulso dai vertici ai funzionari, che devono essere messi nelle condizioni di poter lavorare bene, tecnicamente e intellettualmente.

E purtroppo proprio da questo punto di vista non ci siamo, l'agenzia di stampa Ansa  (clicca  qui) ha riportato una pesante critica da parte dei magistrati, secondo i quali è stupefacente che non ci si sia accorti:

"di casi così eclatanti che anche un non addetto ai lavori avrebbe potuto denunciare l'illecito, ma che comunque non sono mai stati al centro di inchieste della giustizia sportiva".


Una mancanza di volontà confermata da un episodio  (clicca  qui) accaduto in un ippodromo, dove un presidente di giuria invitò i guidatori ad un comportamento limpido in corsa, perché era nelle condizioni di poter infliggere solo appiedamenti ordinari per danneggiamenti. Non avrebbe invece potuto deferire la corsa in caso di andamento sospetto, perché dopo averlo fatto una volta in passato non aveva in pratica più lavorato, venendo tagliato completamente fuori dalle assegnazioni dei servizi, naturalmente di competenza Unire.

Ecco la volontà di pulizia dell'ente, che gestisce il nostro sport e che permette scambi di identità di cavalli (Rivaldo-Grufoso), cavalli con doppio passaporto (Gastine, Grosbois), driver inibiti comunque in gara nelle tris e quant'altro.

Altro che mezzi insufficienti per vigilare, caro segretario generale Unire.

G.R.





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