Varo del quintè. L’Unire, un ente al contrario.

Domani a Padova debutta il quintè. L’avvio di questa scommessa costituisce il penultimo atto della riforma globale delle scommesse ippiche. L’ultimo passo dovrebbe essere rappresentato dalla riforma del concorso totip. Però, nonostante l’atteso aumento del numero delle scommesse, l’Unire non è ancora riuscita a predisporre un apparato tecnico di sostegno che possa offrire uno spettacolo dignitoso. L’Ente continua a partorire strategie devastanti, come quella adottata per la confezione delle nuova tris, con cavalli locali e di bassa qualità. Delle condizionate ad invito che di invito hanno ben poco. Infatti, l’handicapper deve limitarsi solo a scegliere i cavalli di una o più categorie, come indicato nella proposizione della corsa e i numeri vengono estratti a sorte, anteponendo le categorie inferiori a quelle superiori. Di fatto, viene meno l’omogeneità della corsa, in quanto, attribuendo le posizioni a sorteggio, il cavallo migliore o con eccellente condizione può sorteggiare un numero più basso rispetto ad uno inferiore. Senza considerare che la reintroduzione (anche se in condizioni particolari) del rapporto di scuderia, il ripudio del concetto di intercambiabilità ( e di mescolanza di forme) sono fattori che incidono non poco sulla trasparenza e regolarità della corsa. In questa situazione di pochezza tecnica è difficile pensare ad un lancio positivo delle nuove scommesse. E i dati sono lì a dimostralo, lontanissimi da quell’incremento di 474 milioni di euro annui (rispetto al 2005) ipotizzato dai bilanci Unire. L’Unire rappresenta un segno tangibile di come improvvisazione, approssimazione e rifiuto dei propri errori siano l’unico filo conduttore della politica ippica. Infatti, funzionalità e praticità contraddistinguono il lavoro di Panzironi e dei suoi uomini più fidati in tutti i reparti come evidenziato dagli esempi riportati. Gli uffici dell’Ente hanno da tempo comunicato verbalmente la volontà dell’Unire di prorogare di un mese la domanda di rinnovo della concessione licenza guida per l’anno 2006: dal 31 gennaio al 28 febbraio p.v. A tutt’oggi, alle associazioni e società di corse non è pervenuta alcuna nota. Un’altra dimostrazione di efficienza ed organizzazione. La circolare 10/2005 dell’Unire Area Trotto sancisce (ingiustamente) che per ogni convegno non possono essere programmate più di otto corse. Sistematicamente tutti gli ippodromi ne programmano invece nove, senza richiesta di deroga. Ovviamente, con lo tesso montepremi di otto. Chiarito verbalmente quest’ultimo particolare all’ufficio estrazioni, di corse se ne possono fare anche quindici. L’importante è fare cassetta. I soldi servono per le personalizzazioni, nuove assunzioni, spese di gestione dell’Ente. Il montepremi? Un optional. Si estraggono i numeri per corse designate come tris e non si controllano se i cavalli iscritti possono correre. Risultato, tre ritiri alla tris di Roma trotto di lunedì 23 gennaio. Ma c’è poco da meravigliarsi. Due delle tre persone che operano all’ufficio numeri dell’Area trotto sono nominate anche come handicapper e quindi spesso assenti. E’ già un miracolo che all’Unire si eseguano i sorteggi. Pretendere che controllino i cavalli qualificati sarebbe troppo. Questo è compito di Ente tecnico, non di un circolo ricreativo per dilettanti allo sbaraglio. I soldi? Per l’Unire non costituiscono un problema. Tant’è vero che non è stato comunicato ufficialmente ancora l’importo del montepremi e dei G. Premi 2006 e i premi al traguardo del mese di novembre debbono essere ancora pagati. G.R.
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