E’ necessario stabilire prima le regole del gioco.

L’Unagt non vuole polemiche, ma una discussione collegiale, per risolvere al meglio la vitale questione del doping. Per dovere di trasparenza e porre fine ad una polemica che sembra più strumentale che sostanziale, pubblichiamo le lettere dei presidenti Unagt, Enrico Dall’Olio e Maurizio Mattii, inviate, rispettivamente, la prima (25.11.2005) all’Anagt, la seconda (9.11.2005) ai Ministeri della Salute, dell’Agricoltura, all'Unire e all'Anagt. MISSIVA 25.11.2005 Oggetto: chiarimenti risposta Anagt 23.11.05.
Teniamo a fare chiarezza sulle inesattezze dell’Anagt contenute nella missiva 23.11.2005 (clicca qui), dopo le rimostranze dell’Unagt sul modo in cui è stata gestita la delicata e fondamentale problematica dell’antidoping per i guidatori. L’Unagt è sempre stata molto sensibile a questa iniziativa ed è tuttora disponibile ad una soluzione globale del problema (che più volte ha sollecitato) con le istituzioni e con l’Anagt per individuare e realizzare le iniziative più efficaci da intraprendere sulla base di una analisi dettagliata della materia, già portata avanti dalla nostra associazione con la consulenza di esperti del settore. Purtroppo ciò non è accaduto e, improvvisamente, l’Unagt si è ritrovata un piano (con non pochi punti oscuri) già pronto, elaborato da altri in gran segreto. Altro che convegno antidoping, altro che scollamenti, l’Anagt ha spedito arbitrariamente alle delegazioni regionali Unagt una richiesta di sottoscrizione perché si iniziasse il doping dei guidatori al buio. E, sempre con condotta arbitraria, si è cercato di promuovere una sottoscrizione con carta cointestata (clicca qui) all’Unagt, facendo intendere scontato un accordo e un assenso con i vertici dell’associazione, che non c’era. Questo non è un modo corretto di agire. La diffida 9.11.05 (clicca qui) dell’Unagt è stata legittima e doverosa, redatta dopo aver consultato i componenti del Consiglio direttivo. Comunque, ribadiamo, è importante stabilire prima le regole del gioco, individuare parametri assoluti, vicini alla certezza e non predisposti sulla base di criteri autonomi come quelli suggeriti dall’Unire. Inoltre il Ministero della Salute ha risposto alla nostra missiva 9.11.05 informandoci di aver ripetutamente sollecitato l’Unire all’istituzione di un tavolo con gli interessati, non ricevendo mai, però, una risposta. La notizia desta perplessità ed inquietudine. Ciò nonostante confermiamo la volontà di risolvere collegialmente le problematiche che via via si presentano nelle competenti sedi. Se stesso metodo fosse stato attuato per affrontare tutti problemi del settore, forse ora non saremmo ridotti così male. MISSIVA 9.11.2005 Oggetto: prelievo doping allenatori, guidatori, allievi trotto. Formuliamo la presente in riscontro alle missive inviate dall’Anagt, senza data, ma pervenute il 6.11.2005 e l’8.11.05 alle delegazioni Umbria –Marche- Abruzzo e Sicilia. Va doverosamente, ma fermamente contestata l’intestazione attribuita anche all’Unagt, trattandosi di arbitraria condotta, assunta senza alcun provvedimento assenso o accordo. Tuttavia l’Unagt è sensibile al tema esposto, tanto di avere già sollevato la relativa problematica (avendo analizzato la materia e studiato proposte concrete con la consulenza di cattedratici, chimici, farmacologi e medici), che è naturalmente disponibile a discutere in un tavolo comune alle categorie, agli organi istituzionali e ai rappresentanti dei laboratori incaricati delle analisi.Infatti, il principio del controllo antidoping è indiscutibile: ma altrettanto indiscutibile è la negatività di una sottoposizione indiscriminata ed assoluta, scevra da criteri e modalità da concordare, onde non provocare effetti peggiori del problema che si affronta, viste le implicazioni penali (unico caso al mondo) della legge Melandri.Si tratta infatti di individuare parametri assoluti (legati anche alla capacità analitica dei laboratori di tossicologia preposti e alle modalità di prelievo) che siano vicini alla certezza (diversamente da quanto purtroppo sta accadendo per i controlli sui cavalli), da predisporsi secondo la disciplina normativa dalle autorità a ciò preposte (in specie Ministero della Salute), e non certo sulla base di criteri autonomi e non assoluti come quelli suggeriti dall’Unire. Ribadendo la nostra più assoluta disponibilità, rimaniamo in attesa di Vostre comunicazioni, proponendo e anzi sollecitando un tavolo di studio composto da categorie, Unire, rappresentanti dei Ministeri interessati e dei laboratori incaricati delle analisi.
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