Mipaf, bilancio in rosso. Non dimentichiamo il lodo arbitrale 26.5.2003.
 Gianni Alemanno
Ritardi sul fronte degli investimenti e un sistema di controlli ancora “troppo generico”. Queste in sintesi le accuse al ministero delle politiche agricole secondo l’indagine della Corte dei conti . Sul fronte degli investimenti non vi sarebbe stata, per tutto l’esercizio 2003, alcuna riassegnazione dei fondi provenienti dal contributo per la sicurezza alimentare. L’importo statale del fondo per il finanziamento 2001-2003 sarebbe pari a 7.746.853 euro. Molto meno dei 53 milioni di euro inseriti nei bilanci Unire e, contrariamente alle affermazioni di Panzironi, mai arrivati nelle casse dell’Ente. 35 dei 53 si basano solo su una promessa che, per quanto credibile ed affidabile, del Ministro Alemanno, non potrebbe costituire valida, efficace, certa e giuridicamente rilevante fonte di bilancio. Infatti, puntuale come un orologio svizzero, Panzironi il 16 dicembre 2004 controfirmava la delibera di variazione al bilancio di previsione 2004, prevedendo i 35 milioni non più solo in entrata, ma anche in uscita, di fatto annullandoli e riportandoli (come somme da riscuotere) nel bilancio di previsione 2005. Ancora li aspettiamo, insieme agli altri 18, rimasti anch’essi sulla carta. Sembra proprio che la puntualità nei pagamenti non sia una delle principali doti di Alemanno. Gli assestamenti ed i tagli del bilancio di previsione 2005 suscitano non poche perplessità. Se fossero dovuti a valutazioni conseguenti al lodo arbitrale 26.5.2003 che ha condannato i ministeri dell’economia e delle politiche agricole (responsabili di denunciati ritardi e/o inadempimenti nei confronti di 171 agenzie) ad un risarcimento del danno nei confronti dei concessionari, si tratterebbe dell’ennesima attribuzione sulle spalle degli operatori ippici degli inadempimenti altrui. Infatti, all’Unire vanno, per legge, gli introiti delle scommesse sulle corse dei cavalli: se, per una deliberazione rituale – e quindi con forza di sentenza – i ministeri competenti sono stati condannati ad un risarcimento del danno per proprie inadempienze, ciò non può intaccare l’introito destinato a montepremi e agli altri fini istituzionali dell’Ente, che deve essere sempre e comunque pagato. G.R.
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