TG Comitato 24.5.05

Data 25/5/2005 17:46:17 | Argomento: Unagt

L'ennesima torta in un'ippica che si fa del male.




                                                                       

                                

       
            Maurizio Ughi leader Snai e candidato al premio Nobel


Ormai, noi che viviamo in un'ippica paradisiaca, abbiamo preso a cuore la sorte dello stesso settore di un Paese molto lontano, nel quale le corse dei cavalli rischiano di diventare virtuali, soprattutto a causa del potere politico autore di danni inimmaginabili, con l'aiuto dei proprietari dei betting shop (scommesse esterne), che in Italia sono le agenzie ippiche guidate in gran parte da un signore, Maurizio Ughi, probabilmente destinato al premio Nobel per l'economia e famoso per il proprio senso di responsabilità e di appartenenza a un gruppo, anche a costo di rimetterci (e pensare che qualcuno, per prenderlo in giro, lo chiama il Trampoliere). In quel Paese, invece, il sindacato dei betting shop è riuscito a non pagare delle somme che avrebbe dovuto anticipare a prescindere dal volume di scommesse raccolte (in Italia sono i minimi garantiti, pagati fino all'ultimo centesimo da Ughi e compagnia). Non li hanno pagati e sembra che continueranno su questa strada. Ma come è possibile? Ci chiediamo noi che viviamo in un Paese civile, dove tutto funziona come deve funzionare. Invece, in quel Paese lontano, qualcuno crede di aver capito perché. I proprietari dei betting shop hanno vinto un Lodo arbitrario nei confronti dei ministero economico e del ministero agricolo, in base al quale devono essere risarciti di una cifra che, tradotta in euro (non conosciamo la moneta di quel Paese) ammonterebbe a circa 70 milioni. Ma, dicono ancora da quella landa sperduta, i betting shop non chiederanno la riscossione di quel credito? Perché sono diventati di colpo magnanimi? No, questo discorso varrebbe se i fatti accadessero in Italia. In quel Paese barbaro, invece, la politica che gestisce i giochi avrebbe scambiato la non riscossione di quei crediti con l'ennesimo condono dei minimi garantiti (chiamiamoli così per comodità). Il tutto sulla pelle degli operatori ippici, che non dovevano farsi carico dei milioni del lodo arbitrario ma dovevano incassare (attraverso risorse al settore) gli importi dovuti dai betting shop. Per fortuna viviamo in Italia. Teniamoci stretto Maurizio Ughi.

G.R.





Questa notizia proviene da Trotto - Ctech
http://www.trotto.ctech.it

L'indirizzo di questa notizia č:
http://www.trotto.ctech.it/article.php?storyid=1186