Parola d’ordine concertazione. Gli ippodromi senza il dono dell’infallibilità.
  
Guido Melzi D'Eril (Federippodromi) Gaetano Papalia (Uni)
Avevamo promesso di parlare di ippodromi, pronti…..via. Sono 46, belli, bellini, meno belli, bruttini, brutti.di cui 20 di Galoppo e 26 Trotto. Sono tre le associazioni e alcuni per conto loro, gli interessi dovrebbero essere comuni, ma anche qui i personalismi imperversano. La politica dell’Unire li ha aiutati e spinti a sviluppare queste divisioni, in più c’è un lavoro di “classificazione” ordinato ad una società “chiacchierata” di advisor a nome Deloitte che ha stabilito: a te pago 100, a te 50, a te 20, tutto per la rappresentazione dello spettacolo, e allora il beneficiato dice “che bello, che buono l’UNIRE”, e il disastrato si mette le mani nei capelli. Questa politica che divide non porta da nessuna parte perché quello che succede al A domani succederà a B, è l’obiettivo divide et impera dicevano i Romani quando costruirono il loro impero, ma questo succedeva oltre 2000 anni fa. Oggi un po’ di tempo è passato e gli eredi dei romani non capiscono che questa politica va cambiata e gli ippodromi hanno il dovere di essere lungimiranti per il bene loro e dell’ippica e della nostra e della loro Unire Comunque anche per loro la favola di Pollicino è valida, i mattoncini sono stati messi per trovare la strada nel bosco, seguiteli, se no arriva l’orco cattivo. Concertate, concertate con tutti L’opinione pensate se il disegno fosse: ora tolgo l’ossigeno a 20 ippodromi e li riduco al fallimento, poi altri 20…. ne rimangono 6. Chi potrebbero essere questi 6 ? Milano, Roma, Napoli e il jack pot. Dopo avere ridotto sul lastrico con la riduzione del 50% del montepremi e indebolito o distrutto le categorie bellicose e gli allenatori, i guidatori e i sindacati con un bell’acquisto di corse australiane che costano meno!!! Ovviamente a pensare male si fa peccato, ma, qualche volta, ci si indovina…. Vi ricordate chi lo diceva? R.M.
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