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Unagt : Situazione degli ippodromi italiani proposta dall’Unire (parte II)
Inviato da unagt il 1/4/2005 22:18:54 (873 letture)

Osservazioni dell'Unire sulla condizione degli ippodromi italiani e precisazioni delle categorie a puntate. La relazione pubblicata è quella all'ordine del giorno del prossimo CdA Unire dell'8 aprile 2005 .

                      RELAZIONE SULLA SITUAZIONE DEGLI IPPODROMI ITALIANI  

1) PREMESSA  

Le attività relative alle corse ippiche italiane sono espletate dall'UNIRE in n. 42 ippodromi distribuiti sul territorio nazionale.
In base al D.P.R. n. 169/98 l'UNIRE valuta l'idoneità degli ippodromi ad esercitare le attività di corse.
L'UNIRE, inoltre, compatibilmente con la propria situazione economica, ai sensi del Decreto legislativo n. 449/99, stabilisce il calendario annuale delle corse in base a criteri generali, possibilmente concordati con le consulte tecniche, approvati dal Consiglio di amministrazione.
 Gli ippodromi italiani sono gestiti da Società di capitale che per la gran maggioranza operano in qualità di concessionari di Amministrazioni pubbliche locali proprietarie degli impianti.

 L'UNIRE, a tali Società, demanda, secondo criteri e definizioni prestabiliti dall'Ente, l'organizzazione delle singole giornate di corse, da espletare su ciascun ippodromo, previste dal calendario annuale, remunerando di fatto la locazione dell'impianto ed il servizio di raccolta delle immagini televisive delle corse da diffondere nelle singole agenzie abilitate alla raccolta delle scommesse ippiche. Tali attività, da identificarsi come servizi da rendere all'UNIRE, negli ultimi anni sono state remunerate in base ad una "convenzione" in regime di proroga, e secondo un sistema di cui, nonostante ricerche effettuate, non è stato possibile ricostruire le logiche.
Alle Società di corse, come attività imprenditoriale, compete tutta l'attività di accoglienza del pubblico e la gestione delle strutture ricettive nonché la raccolta delle scommesse sul campo.
L'UNIRE, in quanto Ente di diritto pubblico, per l'acquisizione dei suddetti servizi, non può espletare gare pubbliche in considerazione della particolarità delle attività richieste e delle strutture in cui esercitarle, ma è comunque tenuto a definire criteri di congruità per remunerare tali servizi.  

2) LINEE DI INTERVENTO
 
Le linee guida di sviluppo strategico dell'UNIRE prevedono una serie di attività tese alla riqualificazione dell'immagine degli ippodromi ed alla contestuale ottimizzazione dei criteri di calcolo del finanziamento diretto ed indiretto delle Società di Corse.
L'UNIRE, coerentemente con tale strategia, ha ritenuto necessario fare chiarezza e definire con regolarità la congruità del prezzo di tali servizi e a tal fine ha effettuato numerosi incontri con le associazioni di categoria delle società di gestione degli ippodromi, le quali, per loro dinamiche e problematiche interne non hanno concordato la formulazione di una proposta idonea a sostenere il percorso logico indicato dall'Ente. Successivamente si è pertanto ritenuto di affidare ad un Advisor specializzato l'analisi e la definizione di un modello per individuare la congruità del valore dei servizi resi per l'espletamento delle attività di corsa richieste.
 La Società Deloitte, incaricata dell'attività anzidetta, ha prodotto un elaborato contenente una metodologia per la remunerazione dei servizi resi da ogni singolo ippodromo, che potrebbe essere applicata sin dall'anno 2005 in quanto l'Ente dispone delle risultanze delle visite ispettive effettuate presso tutti gli impianti.
L'UNIRE, al fine di accertare se tutti gli ippodromi attualmente in funzione siano conformi alle norme sulla sicurezza e, nei limiti, ai parametri tecnici minimi fissati con provvedimento dell'Ente, ha disposto apposite ispezioni che hanno consentito di documentare lo stato attuale. Nel corso del 2004 a seguito di incidenti, alcuni impianti quali Firenze galoppo, Firenze trotto, Novi Ligure, Sassari sono stati temporaneamente chiusi per la loro inagibilità.
Le attività di verifica hanno evidenziato lo stato di criticità degli ippodromi Italiani relativamente alle dotazioni ed infrastrutture tecniche destinate all'attività di corse.
Ciò impone l'adeguamento, nel breve periodo, di tutti gli impianti, pena la chiusura, alle norme in materia di sicurezza (vedi 626) e più in generale a tutte le disposizioni poste a -garanzia del regolare svolgimento delle attività ippiche.
L'Ente inoltre, dovrà operare delle scelte strategiche per identificare, anche in relazione agli esiti delle ispezioni effettuate, quali impianti possono o, comunque, potranno ricoprire un ruolo istituzionale dove espletare corse di qualità e di selezione. Si dovranno altresì individuare tutti quegli ippodromi in grado di sostenere l'ippica italiana nella sua parte commerciale con corse che possano essere proposte alla rete di vendita garantendo un equilibrato rapporto tra costi e ricavi.
Altro argomento da affrontare è quello degli ippodromi cosiddetti "minori" che negli anni sono stati autorizzati, a vario titolo, e che allo stato attuale non appaiono di particolare rilevanza per l'ippica italiana. L'Ente, al riguardo, dovrà operare una precisa scelta: escludere tali impianti dalla programmazione delle corse o ridimensionarne il valore e quindi l'utilizzo per mere finalità di promozione a carattere locale e/o stagionale commisurando conseguentemente la relativa remunerazione.

In particolare si evidenzia la realtà degli ippodromi di trotto di Civitanova Marche, Ravenna e Ferrara e del galoppo Novi Ligure, Lanciano, Capalbio, Corridonia e Siena i quali non possiedono le caratteristiche per poter essere considerati impianti di rilevanza ippica tali da ospitare corse sulle quali poter accettare scommesse.
 
Particolare attenzione dovrà essere infine riservata all'affluenza del pubblico negli ippodromi ed al ricambio e sviluppo del bacino stabile di scommettitori. Spesso, nelle loro dichiarazioni le Società di corse lamentano la scarsa affluenza di pubblico. Ciò è dovuto principalmente alle modificate condizioni sociali e tecnologiche per cui chi è interessato a vedere corse ippiche lo fa con più comodità presso le agenzie per la raccolta delle scommesse o comunque attraverso sistemi tecnologici a distanza. E' pur vero che gli imprenditori ippici fanno parte notoriamente di un ambiente chiuso o poco propenso all'ampliamento della fascia sociale destinata al loro mondo, denotando spesso anche incapacità di sviluppo strategico ed operativo di marketing. In Italia la voglia di scommessa si è dissimulata dietro la passione del cavallo che ha portato nel tempo a non soddisfare né l'una né l'altra propensione in quanto l'impostazione delle attività presso gli ippodromi non consentono al pubblico di sviluppare, attraverso la vicinanza con il cavallo, la necessaria curiosità e quindi passione. Il pubblico degli ippodromi in realtà è molto lontano fisicamente dal cavallo e quindi è indotto più verso l'agonismo della gara senza peraltro ricevere idonee informazioni per sviluppare la sua curiosità verso la scommessa ippica, che come è noto, non un prodotto basato sulla fortuna ma sulla capacità e competenza tecnica. Da ciò ne deriva che l'Ente dopo anni di immobilismo si dovrà far carico di -sviluppare idonee strategie di marketing che coordinate con le Società di corse potrebbero produrre idonei piani operativi di marketing con l'obiettivo di attrarre pubblico ed esaltare l'interesse verso il cavallo e verso l'attività agonistica.(segue)  

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